Cuneo – All’Asl Cn1 il Covid negli ultimi due anni è costato 90 milioni in più. Solo nel 2021 sono 43,3 milioni all’Asl Cn1; all’asl Cn2 18,3 milioni e all’Aso Santa Croce e Carle 20,6. A tutta la sanità piemontese 476,4 milioni di euro di spese in più. I i costi sociali e sanitari della pandemia sono stati lo scorso anno in totale 648 milioni di euro.
Ma nonostante questo i bilanci del 2021 per ora sono ancora in salvo e in equilibrio con un valore complessivo della spesa di circa 9,5 miliardi di euro. Per ora dunque dice l’assessore aalla sanità Luigi Genesio Icardi “Non c’è rischio di commissariamento per la Sanità piemontese. Nonostante le difficoltà del 2021, secondo anno segnato dalla pandemia e dal suo impatto, il conto economico della Sanità piemontese risulta in equilibrio”. Per ora è proprio il caso di dirlo perché per il 2022 la situsazione è preoccupante, e potrebbero non abstare i drastici tagli chiesti alle aziende sanitarie del territorio, se non interviene il Governo centrale.
Nel 2021 ha spiegato Icardi nella commisisone sanità di oggi, lunedì 28 marzo, s. no state utilizzate per 1/3 le risorse arrivate dallo Stato (134 milioni) e per 2/3 risorse recuperate dalla Regione e dalle Aziende sanitarie (342,4 milioni), attraverso il proprio fondo sanitario regionale e le entrate da payback che le case farmaceutiche versano alle Regioni a seguito del superamento del tetto di spesa sui farmaci (131,2 milioni), economie, ottimizzazioni contabili e donazioni (91,2 milioni) e attingendo a risorse proprie Fesr (120 milioni).
“Uno sforzo enorme – ha detto Icardi – Una cifra di cui solo la metà (circa 333 milioni) è stata compensata da risorse statali, mentre la quota restante (315 milioni di euro) è stata interamente a carico della Regione e delle Aziende sanitarie del territorio. È fin da ora evidenteche per affrontare il 2022 sarà determinante il contributo del Governo, dal momento che per far quadrare i conti del 2021 le Regioni hanno attinto a tutte le loro forze. Sui costi futuri, peseranno in modo importante l’aumento dei costi energetici e le sfide da affrontare, che sono molte: l’incognita di una possibile recrudescenza della pandemia; il recupero dell’attività ordinaria, penalizzata da due anni di emergenza sanitaria; la necessità di ridurre le liste d’attesa e di sviluppare la rete della medicina territoriale; potenziare il personale sanitario attraverso stabilizzazioni e turn over, valorizzare le nuove strutture che verranno realizzate con i fondi del Pnnr, che senza adeguato personale rischiano di restare strutture all’avanguardia ma vuote”.
Sul fronte personale 1.150 sono gli operatori della Sanità che hanno maturato il diritto alla stabilizzazione e 1.050le borse di studio per la specializzazione