Savigliano – È proseguito al Tribunale di Cuneo il processo per abuso sessuale su minore a carico di V.M., l’insegnante di sostegno che era stata affiancata al ragazzino per aiutarsi a prepararsi, nell’anno scolastico 2017/2018, all’esame di terza media. Nel corso della precedente udienza erano ascoltate le testimonianze della madre e della sorella del giovane studente, che hanno raccontato l’evoluzione di quel rapporto che avrebbe dovuto limitarsi alle ore di studio e che invece, secondo l’accusa, diventò di frequentazione abituale con telefonate, scambi di messaggi e regali da parte della donna al giovane studente, il quale avrebbe trascorso anche la notte a casa della donna. In aula all’ultima udienza ha testimoniato un amico della parte offesa, il quale ha raccontato alcuni dettagli della rapporto tra l’insegnante e il suo amico, riferiti da quest’ultimo quando si vedevano per uscire insieme. “Si vedevano fuori scuola, lui restava anche a dormire da lei. Mi disse che avevano rapporti sessuali; mi faceva vedere i regali che le faceva lei, capi di abbigliamento e anche un telefono”. In particolare il testimone ha anche parlato di quella volta in cui il suo amico, durante un’uscita tra ragazzi, era preoccupato perché l’insegnante, dopo un loro rapporto sessuale, stava facendo un test di gravidanza poi risultato negativo, “si era anche fatta fare un tatuaggio sulla spalla col nome del mio amico”. Alla domanda della difesa, il ragazzo ha poi specificato che l’amico era preoccupato del fatto che la donna gli avesse parlato più volte di volere un figlio anche se non aveva mai detto esplicitamente di volerlo da lui. È stata poi ascoltata la dirigente dell’Istituto comprensivo frequentato dal ragazzo, la quale ha riferito che l’insegnante di sostegno gli era stata affiancata durante l’orario scolastico nell’autunno del 2017 e che nel pomeriggio lui era invece seguito da un’educatrice. A dicembre di quell’anno, vista la situazione difficile dello studente, era stata fatta una riunione per valutare eventualmente un supporto esterno per il ragazzo, un progetto che però doveva essere concordato con i servizi sociali e che quindi sarebbe iniziato solo dopo Natale, ma verso febbraio la dirigente seppe dalla madre del ragazzo che la professoressa lo aveva già invitato durante le vacanze a fare i compiti da lei. In seguito a ciò, dopo che la madre del giovane aveva mostrato alla dirigente i messaggi che l’imputata mandava al figlio, la responsabile dell’Istituto spostò l’insegnante in altro plesso. Il 6 aprile il processo proseguirà con altri testi.