Saluzzo – Aveva messo in vendita su Internet il vecchio camper di famiglia e aveva ricevuto la telefonata di un signore interessato all’acquisto che le aveva anche inviato su whatsapp la foto del proprio documento d’identità. Un documento vero ma risultato rubato e utilizzato proprio per mettere in atto la truffa ai danni della giovane saluzzese, la quale ha raccontato in aula di aver ricevuto a marzo 2020 la telefonata di questo signore che aveva parlato col padre e che poi aveva nuovamente chiamato lo stesso giorno per accelerare la pratica di acquisto. La invitò a recarsi a uno sportello bancomat e con la truffa del giroconto le fece inserire la sua carta bancomat e poi digitare un codice che invece che portare a un accredito, autorizzava il prelievo dalla carta bancomat. “Era stato tutto molto veloce e mi accorsi un attimo in ritardo che stavo dando e non ricevendo dei soldi”. Per il reato di sostituzione di persona e truffa è stato rinviato a giudizio R. B., intestatario della Postepay su cui erano finiti i soldi, e per questo reato è stata chiesta la condanna a 10 mesi di reclusione. Il pubblico ministero ha invece chiesto l’assoluzione per il reato di sostituzione di persona poiché non c’era prova che a fare la telefonata alla famiglia saluzzese fosse stato proprio l’imputato, dal momento che la scheda sim del telefono da cui era stata fatta la chiamata era intestata a un’altra persona. La giudice ha accolto questa richiesta condannando l’uomo a otto mesi e 800 euro di multa.