Come dice la curatrice, mettere ordine nella casa dei propri genitori dopo la loro scomparsa oltre a molte emozioni riserva qualche sorpresa, come questa 24ore. Aprirla è un attimo, ma per mettere ordine nelle carte che ne emergono bisogna che la tempesta delle emozioni si plachi e gli occhi possano posarsi pur con la consueta tenerezza su questi ricordi. Lo sguardo allora è più sicuro e ci scopre pagine che testimoniano della partecipazione di Carlo Cattero, per gli amici Carlin, e sua moglie Milena, seppure più silenziosamente, alla vita cittadina del dopoguerra, alle iniziative del movimento cattolico in un momento di grandi domande aperte al futuro. È però un “epistolario” particolare, perché non sono lettere “di”, bensì “a” Carlo, probabilmente in risposta a sue sollecitazioni. Ciò costringe a pensare al perché Cattero abbia conservato così preziosamente questi scritti, senza farne parola neppure con i figli.
Nessun segreto ovviamente. La motivazione va forse cercata in un forte legame di amicizia e di stima reciproca con gli scriventi e anche nella consapevolezza che quelle pagine custodiscono, quasi per riflesso, una parte del ricevente. Se quest’ultimo aspetto è lasciato ai familiari, a chi legge è data l’occasione per ripensare agli anni cuneesi del dopoguerra.
L’amicizia con alcuni sacerdoti impegnati nella ricostruzione civile e morale, oltre che religiosa, degli animi percorre molte lettere. In tutte c’è la preoccupazione di offrire punti di riferimento saldi attraverso la ricostruzione dell’associazionismo cattolico provato prima dal ventennio fascista poi la guerra infine dal rischio di una rilassatezza morale che fa tutt’uno con le incipienti svolte politiche cui è chiamata la società italiana.
Carlin Cattero “per serietà e prudenza come per il carattere buono e affabile”, viene eletto da don Federico Oggero, chiamato dal Vescovo a rifondare la Gioventù di Azione Cattolica, a fare da mediatore con i giovani lavoratori: “tu che li frequenti e conosci gli intimi pensieri”. E così anche per le elezioni politiche per cui si rende necessaria “un’opera chiarificatrice”.
Sono lettere che senza soluzione di continuità passano dal privato al pubblico, dal personale all’impegno civile. Vi figurano firme conosciute, non solo nel mondo cattolico. In questo dilatarsi dell’orizzonte si può leggere il fervore del momento, la percezione di vivere anni cruciali, la coscienza della propria responsabilità, la serietà nelle scelte personali e civili.
La valigetta di Carlin
a cura di Mariella Cattero
Primalpe
13 euro