Cuneo – Incontro di formazione per i giornalisti nel pomeriggio di oggi, venerdì 17 dicembre, a Cuneo, presso la sala conferenze del settimanale La Guida.
Oggetto di approfondimento e confronto le risorse del Ricovery Fund, o Next Generation EU, il fondo dal valore di 750 miliardi di euro con il quale l’Unione europea intende supportare gli Stati membri colpiti dalla pandemia da Covid-19.
L’iniziativa è stata promossa da Apice, l’Associazione per l’incontro delle culture in Europa, che, in collaborazione con la Provincia di Cuneo, sta portando avanti il progetto “Europa a casa nostra” per far conoscere agli operatori dell’informazione, agli studenti delle scuole superiori e alla società civile in generale l’operato dell’Unione Europea e le premesse che hanno portato all’elaborazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
La disamina è partita con un’analisi, a cura di Franco Chittolina, vicepresidente e già storico presidente di Apice, del contesto nel quale il Recovery Fund ha preso forma. In rapida successione sono stati evidenziati gli eventi salienti che hanno segnato la vita dell’Unione europea nell’ultimo triennio, dal 2019 ad oggi, con alcune anticipazioni di quelle che potranno essere le criticità che l’Ue si troverà ad affrontare nel 2022.
Nella seconda parte dell’incontro il dr. Luca Giordana ha illustrato l’ammontare delle risorse stanziate dall’Unione: 750 miliardi di euro del Recovery Fund, che vanno a sommarsi ai 1.085,3 miliardi di euro del bilancio comunitario.
Dei 750 miliardi del Recovery, 390 miliardi saranno di sovvenzioni e 360 miliardi di prestiti. Non vi saranno finanziamenti a fondo perduto: i fondi non saranno restituiti direttamente dallo Stato, ma attraverso prelievi che l’Europa attuerà su fronti diversi, dai prelievi ambientali a quelli digitali.
Per poter avere accesso a queste risorse, i Paesi membri hanno dovuto elaborare dei Piani nazionali di ripresa e resilienza, mettendo a punto programmi di investimento e soprattutto di riforme, volti a risollevare le sorti del continente dopo lo tsunami del Covid. Ciò significa che da parte dei Paesi beneficiari ci sarà una precisa assunzione di responsabilità su come questi fondi verranno spesi e, qualora gli impegni assunti non vengano rispettati, l’erogazione delle risorse potrà essere interrotta.
Proprio l’Italia sarà il maggior beneficiario di questo stanziamento straordinario, con un’elargizione di ben 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 miliardi in sovvenzione e 122,5 in prestito. A queste risorse si aggiungeranno 30,62 miliardi di fondo complementare dello Stato Italiano e altri 13 miliardi di risorse aggiuntive dell’Unione, per un totale di 235,12 miliardi di euro.
Infine, sono stati analizzati, con le rispettive dotazioni, i 6 assi principali sui quali è stato declinato il Pnrr italiano: digitalizzazione e innovazione; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione sociale e sanità.
Le risorse del Recovery Fund o Next Generation EU dovranno essere allocate entro il 2023 e spese entro il 2026, rappresentando una straordinaria opportunità di ripartenza e rinnovamento per i Paesi che ne beneficeranno, in un’ottica di crescita economica, transizione ecologica e digitale, ripristino dei livelli occupazionali pre Covid e adeguamento ai cambiamenti epocali in atto e futuri.