Cuneo – Beni per 100.000 euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Cuneo nell’ambito dell’operazione “Feudo” che in giugno aveva portato all’arresto dell’ex sindaco di Santo Stefano Roero, Renato Maiolo (alla guida dell’ente per tre mandati, dal 2004 al 2019, e in quell’anno candidato alle elezioni regionali con i Moderati) e l’ex segretaria comunale Anna Maria Di Napoli (compagna dell’ex primo cittadino), oltre a un architetto e un geometra.
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cuneo, in prosecuzione delle attività di indagine hanno ora dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro, disposto dal Gip del Tribunale di Asti, Francesca Di Naro, nei confronti di due professionisti, per uno dei quali, nell’ambito della medesima operazione, era stata disposta la misura degli arresti domiciliari e, in solido con questi, di una dipendente comunale. A loro carico è stata quindi eseguita la misura ablativa per equivalente di beni e valori per un ammontare complessivo di oltre 100 mila euro.
Il provvedimento del Gip astigiano è lo sviluppo dell’articolata indagine diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Asti, Davide Lucignani, originata da un’attività di polizia erariale eseguita dalle Fiamme Giallesu incarico della Procura Regionale della Corte dei Conti, volta ad accertare presunti sprechi di denaro pubblico da parte dell’Amministrazione comunale di Santo Stefano Roero (destinataria, negli ultimi 15 anni di circa 15 milioni di euro di finanziamenti statali), che avevano determinato, nel 2019, un deficit finanziario per oltre un milione e 300 mila euro alle casse dell’Ente locale roerino. Le indagini, che avevano appunto portato all’arresto dell’ex sindaco Maiolo, del segretario comunale e di due professionisti, oltre che ad altri sequestri patrimoniali, avevano permesso di accertare molteplici condotte delittuose in capo ai soggetti coinvolti, accusati a vario titolo di truffa ai danni dello Stato, turbata libertà degli incanti e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici; al sindaco pro tempore erano stati contestati anche i reati di peculato, minacce e detenzione abusiva di armi.