Cuneo – In questo fine settimana, la Mostra nazionale dei bovini di razza Piemontese al Miac è anche l’occasione per presentare i risultati del progetto I-Beef, finanziato dall’Unione europea e finalizzato a introdurre metodologie innovative nella selezione dei bovini da carne allevati in Italia.
Al centro ci sono benessere e salute degli animali (cui si lega anche la qualità dei prodotti agroalimentari) e la sostenibilità ambientale, mirata al miglioramento e all’efficientamento degli allevamenti per ridurne l’impatto ambientale, senza dimenticare le esigenze di mantenimento della variabilità genetica.
“Il progetto I-Beef è stato avviato nel 2017 – sottolinea Andrea Quaglino, direttore Anaborapi – e nuovamente finanziato a inizio anno; stiamo lavorando con la certezza di risorse importanti e con un orizzonte temporale di almeno due anni, fino al 2023. I principali obiettivi sono sostenibilità, emissioni e benessere animale, ben sapendo che questi elementi sono parte integrante della storia e dell’identità della Piemontese, grazie a un allevamento già tradizionale e già sostenibile, mai diventato ‘industriale’. Questo ci viene riconosciuto, anche con l’assegnazione di nuovi fondi; c’è massimo impegno anche nella rendicontazione, per gestire le risorse nel modo più corretto e completo, con interlocutori rigorosi e attenti (com’è giusto che sia, a tutela di tutti dato che sono fondi pubblici) e al tempo stesso collaborativi, per lavorare tutti insieme al raggiungimento di progetti molto rilevanti”.
Gli allevatori di Piemontese, con Anaborapi e I-Beef, stanno lavorando per rendere la razza sempre più “pulita”, con un animale che assimila meglio gli alimenti e quindi produce minori quantità di gas a effetto serra. E anche più “facile” da allevare, mansueto, con facilità di parto, resistente a malattie e parassiti: linee che si affiancano al lavoro da sempre svolto, cioè facilitare la selezione di animali che producano carne conciliando quantità e qualità.
“Con I-Beef lavoriamo su misure nuove – aggiunge Guido Garnero, tecnico Anaborapi -, per sostenibilità e carattere, per una razza più facile da gestire, unendo salute e ‘green’. Elementi che comunque da sempre caratterizzano la Piemontese, con aziende di medie dimensioni, uso di lettiera, circuito di alimentazione estremamente virtuoso, rotazione delle produzioni. È sempre stato così, la Piemontese è un ottimo esempio di allevamento sostenibile”.
“Resta il problema gravissimo delle materie prime – conclude Quaglino -, dai mangimi ad altri costi che continuano a salire, a fronte di prezzi non più in crollo ma certo lontani da tutelare la redditività. Per fortuna l’allevamento della Piemontese è resiliente, con poco personale dipendente e buona produzione di alimenti: l’autoapprovvigionamento è elevatissimo, ben più che in altri comparti allevatoriali, e non dover acquistare spesso evita gravi problemi sotto il profilo economico”.