Cuneo – Nella tregua che il maltempo di inizio novembre concede in questi giorni emerge l’esigenza di eliminare foglie, rami e altre residui colturali, soprattutto in zone di montagna: per gestire la situazione, che riguarda anche aspetti di inquinamento dell’aria (con i recenti provvedimenti restrittivi motivati dallo stato dell’aria in Pianura Padana, che riguardano anche lo spandimento di letami) e di sicurezza per gli eventuali rischi di incendi boschivi, la Regione sta inviando ai Comuni una serie di indicazioni da far rispettare su tutto il territorio regionale.
Nei Comuni interessati dalla procedura d’infrazione sulla qualità dell’aria, il divieto di combustione all’aperto di residui colturali vale dal 15 settembre al 15 aprile (escluse esigenze per emergenze dichiarate dall’autorità fitosanitaria competente), mentre nei territori non coinvolti dalle disposizioni straordinarie, tra cui molti in aree montane, vale comunque la legge regionale in materia di incendi boschivi, che prescrive il divieto di combustione all’aperto dal 15 novembre al 31 marzo. In questi casi, solo le ordinanze dei sindaci possono derogare a tali termini, per un massimo di trenta giorni (anche non consecutivi), se tali necessità non contrastano con situazione meteo e rischi per la sicurezza dei cittadini.
Sempre in ambito agricolo, i provvedimenti con il “semaforo di qualità dell’aria” di Arpa Piemonte riguardano anche lo spandimento di liquami e reflui zootecnici su suoli e le tecniche di concimazione, sia organica sia minerale: nei giorni in cui il semaforo è arancione o rosso le operazioni di fertilizzazione azotata (sia organica sia minerale) devono utilizzare tecniche a bassa emissione di ammoniaca, quindi in genere con interramento, mentre quando il semaforo è verde si possono svolgere le abituali pratiche di concimazione, con spandimento in superficie.