Lagnasco – Accusati della ricettazione di un trinciasarmenti che era stato sottratto dal piazzale di un’azienda locale dove era tenuto in esposizione, sono stati condannati dal tribunale di Cuneo P. A. e i fratelli G. G. e G. E., di origine georgiana. Durante un normale turno di controllo in auto nel settembre 2019, i Carabinieri avevano incrociato l’auto con le tre persone a bordo in piena notte. L’auto doveva portare un carico pesante e procedeva lentamente, i militari fecero inversione e la seguirono. Gli occupanti dell’auto riuscirono a fermarsi prima dell’arrivo dei Carabinieri e a scaricare a bordo strada il macchinario usato per trinciare gli sfalci delle viti dopo la vendemmia; un attrezzo di forma rotonda molto pesante. I militari si accorsero della manovra e poco dopo li fermarono; nel bagagliaio c’erano le tracce di vernice rossa dei denti del macchinario trascinato prima di essere buttato per strada. Dalla caserma i militari chiamarono il titolare dell’azienda locale che vendeva quel genere di attrezzi e che teneva in esposizione sul piazzale davanti al magazzino proprio quel trinciasarmenti: “Un attrezzo pesante circa 150 chili – aveva detto il proprietario – dal costo di 3.000 euro. Abbiamo trovato per terra i segni del trascinamento fino al cancello”. Per i tre imputati l’accusa ha chiesto la condanna a nove mesi e 600 euro di multa per P. A. e sei mesi di reclusione per i due fratelli G. G. e G. E. Per la difesa invece i tre erano innocenti perché non avrebbero avuto il tempo di scaricare quel pesante macchinario prima dell’arrivo dei Carabinieri e non avrebbero neanche potuto trasportarlo, visto il suo ingombro. La giudice ha invece accolto la richiesta del pubblico ministero condannando i tre a nove mesi e a sei mesi con pena sospesa.