“Oggi esistono cinque specie di bambini sul nostro pianeta: il bambino cliente da noi, il bambino produttore sotto altri cieli, altrove il bambino soldato, il bambino prostituto, e sui cartelloni della metropolitana il bambino morente la cui immagine, periodicamente, protende verso la nostra indifferenza lo sguardo della fame e dell’abbandono. Sono bambini, tutti e cinque. Strumentalizzati, tutti e cinque”.
Pennac non usa mezzi termini e torna a scrivere non nello stile dei suoi fantasiosi romanzi ma sulla scia di “Come un romanzo”. Racconta la propria storia di “asino”, scolasticamente parlando. Fin dal primo anno di scuola Daniel si è mostrato in seria difficoltà davanti all’apprendimento e, col trascorrere del tempo, le cose non sono andate meglio. A quel punto i genitori, in particolare un padre molto spiritoso e solo apparentemente distratto, hanno scelto per lui il collegio. E così Pennac fa un imprevedibile “elogio del collegio”: costringe allo studio in ore stabilite, permette una maggiore conoscenza tra insegnanti e studenti e poi può anche capitare di trovare qualcuno che sappia dare quella fiducia e quegli impulsi capaci di fare emergere le qualità nascoste. Pennac dichiara di dovere ad alcuni insegnanti la sua vita di persona riuscita e di insegnante. C’è un’indicazione fondamentale per capire la differenza tra un “buon” professore e uno “cattivo”: è buono quello che riesce a calarsi davvero nella classe.
E poi è necessario sfatare certe idee: il dettato, la valutazione, lo studio a memoria sono cose che possono essere valide o dannose a seconda di come vengono proposte. Seguono esempi molto efficaci di come certe tecniche d’insegnamento tradizionalmente odiate possono invece diventare divertenti e, soprattutto, utilissime.
Il libro è davvero utile e piacevole da leggere: oltre a indicazioni sane contiene piacevoli aneddoti che raccontano lo scrittore mentre sta scrivendo il libro, mentre ascolta alla radio dibattiti su un film visto, mentre pensa alla moglie, mentre dialoga con dei ragazzi sconvolti di ritrovare nei suoi libri le parolacce che usano quotidianamente. È magica la capacità di Pennac di entrare nelle nostre coscienze, divertendoci con la leggerezza con cui sa affrontare temi difficili, con il brio di una pagina piena di spunti di fantasia, di genio. E dire che era considerato un “asino”.
Diario di scuola
di Daniel Pennac
Feltrinelli
16 euro