
“Non ci manca nulla, chiediamo soltanto di rimanere così. Bisogna convivere con questa malattia: non è facile, ma ci viene concessa solo questa vita. Questa abbiamo e questa dobbiamo vivere!”.
Non c’è traccia di acrimonia nella parole di Luigina Delfino, pronunciate con pacatezza e serenità in un pomeriggio d’estate, seduta al tavolo della sua cucina inondata di luce, a Cervasca.
Dalla porta della veranda spalancata giungono i rumori del mondo: le auto in transito sulla strada, il vociare di qualche bambino
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