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Mercoledì 24 settembre 2025

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Bonus Vesta, “Una lotteria farsa”

Famiglie e politica contro il click day della Regione, in pochi minuti esauriti tutti i fondi per coprire i costi dell'accesso ai servizi per l'infanzia

Cuneo

La Guida - Bonus Vesta, “Una lotteria farsa”

Dopo un’attesa di 25 minuti circa, i 10 milioni di euro del Bonus Vesta erano già finiti.  “Un successo oltre ogni immaginazione” ha commentato l’assessore con delega alle Politiche Sociali della Regione Maurizio Marrone, “una farsa” hanno tuonato le centinaia di migliaia di famiglie piemontesi che, nonostante l’accesso alla piattaforma alle 00.01 di sabato 20 settembre, sono rimasti a bocca asciutta vedendo sfumare la possibilità di ottenere il bonus in poco più di 20 minuti.
Istituito per la prima volta quest’anno dalla Regione, il Bonus Vesta aveva una dotazione finanziaria da 10 milioni di euro, disponibili grazie al Fondo Sociale Europeo e utilizzabili per coprire i costi dell’accesso ai servizi per l’infanzia (1.000 euro circa l’importo medio per buono). Circa 10.000 i “fortunati” che sono riusciti ad ottenere il contributo, quasi il 90% dei beneficiari ha cittadinanza italiana, circa l’8% europea e il 2% proveniente da paesi extra Ue.
Tantissime le segnalazioni e le denunce. “La messa a punto di un sostegno economico rivolto alle famiglie con bambini – ci scrive una lettrice – e basato su un criterio di assegnazione determinato dall’indice della situazione economica (ISEE), con possibilità e di essere accompagnato e sostenuto dall’eventuale attestato di invalidità del bambino, mi è sembrata sulle prime una scelta democratica, solidale e concreta degna di uno Stato moderno nel senso di orientato al progresso e al benessere e sostegno dei suoi cittadini, che purtroppo, però, si è infranta miseramente nello scontro contro la sua messa in atto che la Regione ha scelto, invece, di far passare attraverso un Click-Day che promuove unicamente l’agonismo della corsa al dito più veloce, prerogativa dei video giochi e delle vendite lampo delle catene della grande distribuzione”.
Al centro delle polemiche anche “inspiegabili” incongruenze nell’ordine di accesso alla piattaforma che hanno fatto pensare a un bug nel sistema: “Dopo un secondo avevo già 28.000 persone davanti”, “Mia moglie, che ha fatto l’accesso 5 secondi dopo di me, era in coda davanti a me, dietro ad altre 15.000 persone”. Immediata è arrivata la nota tecnica da parte del Csi Piemonte, consorzio che gestisce i servizi digitali della pubblica amministrazione che ha spiegato che gli utenti che sono entrati nella sala d’attesa prima dell’orario ufficial di apertura sono riusciti a raggiungere la pagina senza passare dalla home page e sono quindi stati inseriti temporaneamente in una pre-coda, attiva fino all’orario stabilito per  l’avvio ufficiale del bando e poi reindirizzati  nella coda ufficiale con “posizionamento in modalità randomica”.

Le reazioni della politica

“Un’ignobile lotteria – hanno commentato le consigliere regionali Alice Ravinale, Valentina Cera e Giulia Marro (Avs) -. Le politiche sociali e a sostegno delle famiglie sono state ridotte da questa penosa destra a un click day per accaparrarsi le briciole messe a disposizione dalla Regione usando fondi europei, senza alcun criterio rispetto ai beneficiari: riceve il contributo chi è più fortunato, non chi ha più bisogno. Marrone già si vanta che la maggior parte delle domande sia stata fatta da famiglie con Isee tra i 10 e i 35.000 euro, proprio quelle a cui Cirio & Co hanno alzato le tasse solo un mese fa! Non si vergognano? Tutto questo nello stesso Piemonte in cui 70.000 famiglie con ISEE compreso tra 7.500 e 28.000 euro sono rimaste escluse dal contributo regionale per i libri e i trasporti scolastici. Un’ingiustizia palese, e insopportabile”.

“Servono criteri chiari, trasparenti e rispettosi della dignità delle persone, non click day e annunci propagandistici – dice il consigliere regionale del Pd Piemonte Mauro Calderoni -. La politica sociale non si fa come fosse il Black Friday. Con così poche risorse non sarebbe stato meglio finanziare misure strutturali come un sostegno agli asili per ampliarne la disponibilità e contenere le rette, invece che un bonus a pochi fortunati? E se proprio si voleva procedere con un bonus con risorse inadeguate rispetto alla domanda potenziale, almeno bisognava adottare una graduatoria chiara e trasparente e non questa lotteria inaccettabile”.

“La Regione ha scelto un sistema che mette sullo stesso piano famiglie con Isee di 10 mila euro e famiglie con Isee di 40 mila, senza introdurre una graduatoria chiara e trasparente che premi le situazioni di maggiore difficoltà – sottolinea Gianna Pentenero, presidente del gruppo Pd del Consiglio regionale -. Si è preferito ricorrere a una sorta di lotteria, dove a vincere non è chi ha più bisogno, ma chi ha la connessione internet più veloce. È inaccettabile che in un momento di difficoltà per tante famiglie piemontesi si scelga un meccanismo che penalizza soprattutto chi vive nelle aree interne, dove le infrastrutture digitali sono spesso carenti. Per questo abbiamo presentato un’istanza di accesso agli atti per acquisire il numero delle domande accolte, suddivise per fasce di reddito e, altresì, suddivise per aree territoriali di montagna, collina e pianura”.

“Loro lo chiamano successo, invece è discriminazione. Parlano di dare risposte ai bisogni reali, non si rendono conto che misure spot del genere vengono vinte solo dalle dita più veloci sulla tastiera e non da dati reali, come potevano essere le valutazioni su base dell’Isee. Vesta è un’umiliazione, non un aiuto concreto – così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico -. L’assessore Marrone oggi festeggia i risultati, così da lui definiti, dicendo che il 90% delle domande è stata fatta da famiglie italiane. Non si rende conto che è razzismo istituzionale e che avere una connessione veloce per ottenere dei bonus non può essere il discrimine di selezione?”.

“Era chiaro fin da subito che le risorse economiche stanziate dalla Giunta Cirio non sarebbero state sufficienti per coprire tutte le richieste – critica il Movimento Cinque Stelle tramite i consiglieri Sarah Disabato, Alberto Unia e Pasquale Coluccio -. Come previsto il nome della misura, dai richiami nostalgici, era il problema minore. Presenteremo un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere come intendano rimediare a questo disastro, magari studiando una misura strutturale per garantire i sostegni a tutte le famiglie che ne hanno diritto. Quella di stanotte è stata una brutta pagina per la politica piemontese. Non vogliamo più dover assistere a certe prese in giro”.

Martedì se ne parla in consiglio regionale
Domani (martedì 23 settembre) il caso approda in consiglio regionale. Alleanza Verdi Sinistra ha già annunciato che chiederà spiegazioni con un’interrogazione.

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