Nel corso di un normale controllo a febbraio del 2020 sulle strade del Cuneese, i Carabinieri avevano scoperto che l’auto su cui G.E. viaggiava era priva di assicurazione e per questo ne era stato disposto il sequestro amministrativo in attesa che il proprietario pagasse la multa e mettesse in regola il veicolo, la cui custodia venne affidata al proprietario, che avrebbe dovuto conservare l’auto in un luogo sicuro. Purtroppo le cose andarono in modo diverso e per questo G.E. è stato rinviato a giudizio con l’accusa di sottrazione di bene sottoposto a confisca.
I Carabinieri, infatti, circa un anno dopo aver contestato l’infrazione, lo contattarono per la confisca del mezzo dato che l’assicurazione non era stata pagata, “mi disse che non poteva assicurare l’auto e che per la sua situazione contingente non poteva neanche sostenere le spese della confisca, con il trasferimento dell’auto al deposito di Beinette” – ha riferito in aula il militare che aveva redatto la notizia di reato. Quando, qualche tempo dopo, i Carabinieri si recarono in via Ferrero a casa della ex moglie dell’uomo, proprietaria del garage dove avrebbe dovuto trovarsi l’auto, scoprirono che questa non c’era più; ai Carabinieri la donna disse che l’ex marito l’aveva portata via alcuni mesi prima. Per l’accusa che aveva già chiesto l’archiviazione del caso al termine delle indagini (archiviazione cui si era opposto il giudice delle indagini preliminari, ritenendo la circolazione di un mezzo non assicurato un fatto grave), il fatto restava di particolare tenuità e per questo è stata chiesta l’assoluzione dell’imputato, richiesta cui si è associata la difesa ritenendo che le indagini non avessero poi effettivamente accertato che fosse stato lui a spostare l’auto.
Di diverso avviso, invece, il giudice che ha ritenuto responsabile l’uomo di aver sottratto alle autorità un bene da confiscare e che era stato sottoposto alla sua custodia, e per questo lo ha condannato a 3 mesi di reclusione e 51 euro di multa con l’applicazione della sospensione della pena.