Le cronache del 27 agosto 2021 avevano parlato delle scritte comparse nottetempo sulle porte di vetro dell’hub vaccinale situato nel parcheggio scoperto del Movicentro di Cuneo e qualche settimana più tardi al cimitero di Busca; la vernice utilizzata era rossa e le scritte recitavano “m…de naziste”, “i vaccini uccidono”, accompagnate dal simbolo delle due V sovrapposte e cerchiate. Al presunto autore del gesto vandalico la Polizia è risalita attraverso le immagini delle telecamere stradali che avevano ripreso un uomo e una donna che dopo l’una di notte del 27 agosto 2021, si avvicinavano al centro vaccinale. Dalle immagini estrapolate gli agenti della Polizia erano risaliti a G. V., sessantenne cuneese noto per aver preso parte più volte a dei raduni no vax in provincia. Su un canale Telegram gestito dal gruppo ‘guerrieri ViVi’, gli agenti trovarono nei giorni successivi al deturpamento dell’hub vaccinale un post che riportava due articoli di giornale che ne davano notizia e che erano stati postati dall’attuale imputato. Le immagini delle telecamere stradali avevano ripreso la sua auto mentre imboccava Lungostura XXIV Maggio. L’auto era stata parcheggiata a circa 250 metri dal Movicentro e ne erano scesi due uomini cui si era aggiunta una donna. A dirigersi verso il centro vaccini furono però solo uno dei due uomini e la donna, “aveva occhiali, zigomi sporgenti, la mascherina era abbassata e si vedeva il viso – ha riferito uno degli agenti che avevano svolto le indagini -; a un certo punto la donna estrasse qualcosa dallo zaino e lo passò all’uomo che imbrattò la vetrata. Poi li si vede andare via separatamente”. Le loro auto avrebbero poi ripercorso in contromano il Lungostura XXIV Maggio fino alla rotonda e poi l’auto dell’imputato sarebbe stata ripresa su corso Soleri. Quella sera il suo telefono aveva agganciato la cella di via Caraglio a Cuneo circa un’ora prima del fatto e poi il telefono era stato spento. Nel suo cellulare gli agenti trovarono traccia delle chat con la donna, la cui posizione è stata stralciata, in cui lui parla della vernice rossa e qualche giorno prima del 27 agosto le scrive di un rinvio della ‘mission’ perché stava male. La notte del 27 l’ultimo messaggio fra i due in cui lui le dice di lasciare l’auto lontano dal parcheggio. Nel canale di Telegram a cui lui partecipava vennero rintracciate anche delle chat con una donna di nome Serena che gli forniva indicazioni su come muoversi e cosa fare per eludere i controlli, “il canale Telegram era organizzato in forma piramidale dagli amministratori – ha riferito in aula un altro agente che aveva svolto gli accertamenti sul telefono – c’erano varie aree tematiche e ai livelli più bassi si potevano ascoltare audio inviati dagli amministratori; in uno dei sottogruppi si ricevevano invece informazioni su come compiere determinate azioni e dove compierle”. L’ultimo teste verrà ascoltato il 19 gennaio prima della discussione.
