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Sabato 13 settembre 2025

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Dopo stalking e danni, imbratta negozio e minaccia: condannato

Dopo la sentenza per danneggiamento e atti persecutori, è ritenuto responsabile di aver gettato catramina e di aver continuato con minacce

Saluzzo

La Guida - Dopo stalking e danni, imbratta negozio e minaccia: condannato

Dopo essere stato condannato in via definitiva a un anno e due mesi per danneggiamento e stalking ai danni della signora ai cui aveva prima affittato e poi venduto il negozio dove lei aveva aperto un centro estetico, V. C., di professione imbianchino, è finito nuovamente a processo per altri episodi di imbrattamento e minacce ai danni del marito della donna. L’uomo era convinto che la signora gli avesse mandato dei controlli a casa mentre stava svolgendo lavori e per questo avere iniziato a tormentare la coppia con minacce e pedinamenti, imbrattando le loro auto con della vernice. Minacce che non si sarebbero limitate solo alla coppia che lo aveva denunciato ma anche al loro primo avvocato, che tra il primo e il secondo processo aveva infatti deciso di rinunciare all’incarico, e ai testimoni che erano stati chiamati a deporre in tribunale. “Abbiamo dovuto trovare un posto auto privato e chiuso per quando andiamo in centro a Saluzzo onde evitare brutti scherzi – aveva riferito in aula la parte civile -; da circa otto anni ormai ci pedina col suo furgone. Una volta mi ha prima affiancato col furgone obbligandomi ad accostare e fermarmi, poi mi ha seguito fin nel parcheggio del circolo cercando di investirmi”. Uno stato di ansia che si sarebbe ripercosso anche sulla vita della famiglia dato che padre e madre non lasciavano più uscire da sola la figlia, accompagnandola ovunque. L’ultimo danneggiamento al negozio della moglie sarebbe stato fatto con la catramina, che l’imputato aveva usato qualche giorno prima davanti al suo locale commerciale: “L’ho associato a lui perché le tracce di gocciolamento andavano dal negozio di mia moglie fino al suo furgoncino. Sono però proseguiti i pedinamenti e le minacce, ogni volta che mi incontra fa il gesto di tagliarmi la gola”. Per l’accusa sostenuta dal pubblico ministero Alessandro Borgotallo, l’istruttoria non aveva lasciato dubbi sulla prova dell’imbrattamento. “Il risentimento è il motivo del reato, così come di quello già grave di minacce: l’inseguimento, il tentativo di investimento le ronde presso la casa delle vittime. C’è contiguità tra queste condotte che si sviluppano tutte a partire dall’imbrattamento avvenuto il 21 maggio 2021”. A conclusione della sua requisitoria l’accusa ha quindi chiesto la condanna a due anni di reclusione con revoca della sospensione condizionale. “L’imputato è uno stalker certificato – ha sottolineato l’avvocato Vittorio Sommacal per la parte civile – e i fatti sono stati commessi mentre era ancora in atto l’altro procedimento penale, a dimostrazione di una totale mancanza di sensibilità nei confronti del vivere civile e dei provvedimenti dell’autorità. C’è bisogno di un segnale, deve capire che non siamo nella savana dove il più forte ha ragione”, ha concluso l’avvocato chiedendo un risarcimento non inferiore a 15.000 euro con provvisionale di 7.500 euro. Ha concluso invece per l’assoluzione l’avvocato Alessandra Piano, che ha evidenziato come gli unici episodi di minacce provate avessero riguardato altre persone ma non la parte civile la cui unica modifica alle abitudini di vita sarebbe stato prendere un posto auto privato in centro: “Il mio assistito sapeva delle telecamere sul negozio, non avrebbe mai gettato la catramina”, ha concluso l’avvocato chiedendo l’assoluzione quantomeno in forma dubitativa. La giudice invece ha accolto le richieste dell’accusa condannato l’uomo a un anno e quattro mesi con revoca della sospensione condizionale e risarcimento di 5.000 euro.

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