Si è concluso con la condanna a 6 mesi di reclusione e mille euro di multa il processo a M.M. la donna di Racconigi accusata di aver imbrattato con le feci del proprio cane sia la bacheca della Parrocchia di Santa Maria e San Giovanni che il box di distribuzione libri della biblioteca comunale.
I fatti risalgono al periodo di restrizioni e misure di prevenzione per il Covid contro cui la donna aveva deciso di protestare in modo decisamente plateale; “la signora era nota anche per altri gesti della stessa natura ma non oggetto di questo procedimento – aveva riferito in aula il comandante dei carabinieri di Racconigi -, ci furono imbrattamenti ai danni di alcuni esercenti che però hanno scelto di non sporgere denuncia”.
Si sono invece rivolti alle forze dell’ordine il parrocco don Mauro Scavino e il sindaco Valerio Oderda per i fatti commessi tra il settembre del 2021 e il febbraio del 2022. L’imbrattamento della bacheca parrocchiale in cui veniva indicato l’obbligo di indossare la mascherina venne notato da una passante che riferì al parroco, “non ho assistito personalmente ma subito dopo con le videoregistrazioni – aveva riferito don Scavino – non conoscevo questa persona ma l’ho poi incontrata in strada e ascoltato le sue invettive contro dei volontari che facevano lavori in strada”.
L’imbrattamento ai danni della biblioteca sembrava invece essere una vendetta per il divieto di ingresso all’interno dei locali al figlio della donna sprovvisto di greenpass, “a settembre si presentò la donna che voleva parlare con l’addetto che il giorno primo aveva impedito a suo figlio di entrare perchè sprovvisto di greenpass – aveva riferito la responsabile della biblioteca -, iniziò ad inveire e ingiuriarmi tirando fuori il cellulare, riprendendomi e dicendo che avrebbe chiamato i carabinieri. Dopo questo episodio iniziammo a trovare feci di cane varie volte all’interno della biblioteca e una volta nel box di distribuzione dei libri che fortunatamente erano foderati e quindi riuscimmo a pulirli. Una volta l’ho vista arrivare nel giardino, raccogliere le feci del cane e poi avvicinarsi velocemente alla porta della biblioteca. Scesi di corsa e vidi che era stata sporcata”.
Nessuno conosceva il suo nome ma fu lei stessa a rendersi riconoscibile pubblicando sulla pagina facebook della biblioteca un post in cui si sfogava dicendo che era una vergogna che non si facessero entrare in biblioteca i bambini. Di qui la denuncia e il rinvio a giudizio che si è concluso questa mattina con la condanna a 6 mesi di reclusione e mille euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali.