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Venerdì 12 settembre 2025

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Domani a Cuneo la mobilitazione per Gaza

Associazioni e istituzioni cuneesi in corteo per le strade del centro: si parte alle 14.45 in corso Giolitti

Cuneo

La Guida - Domani a Cuneo la mobilitazione per Gaza

Si terrà sabato 13 settembre una nuova mobilitazione di vicinanza al popolo palestinese.

La manifestazione è stata indetta da un folto gruppo di associazioni e realtà cuneesi e si inserisce in un più ampio contesto di iniziative che, in diverse città italiane ed europee, e in mare con la Global Sumud Flotilla, stanno cercando di richiamare l’attenzione sulle ultime decisioni del Governo israeliano di evacuare la popolazione di Gaza e di insediare a est di Gerusalemme 3.500 nuovi insediamenti.

Con lo slogan “Gaza non è sola: dalle piazze al mare insieme rompiamo l’assedio”, sabato un corteo attraverserà le strade di Cuneo. Il ritrovo è fissato alle 14.45 in corso Giolitti, di fronte al Bar Bobo, nei pressi della stazione ferroviaria. Da lì ci si muoverà lungo corso Giolitti, corso Nizza e corso Dante, fino a raggiungere il parco della Resistenza.

Una delegazione consegnerà, quindi, al Prefetto di Cuneo, il seguente documento affinché la voce della piazza arrivi nelle sedi istituzionali.

 

APPELLO AL PARLAMENTO E AL GOVERNO ITALIANO

Il genocidio del popolo palestinese si sta intensificando di giorno in giorno con un disegno prospettato dal governo israeliano ben più ampio e inquietante.
L’obiettivo dichiarato, infatti, sembra essere la definitiva cancellazione della questione palestinese, attraverso la realizzazione del progetto del “Grande Israele”, dal Giordano al Mediterraneo, con la forza e ad ogni costo. Il Governo ha approvato il piano di divisione della Cisgiordania e contemporaneamente ha avviato l’operazione di occupazione totale della Striscia di Gaza.

L’esercito ha già preso il controllo della periferia di Gaza City e, contemporaneamente, il governo israeliano ha rilanciato il progetto E1: 3.500 nuovi appartamenti per espandere l’insediamento di Ma’ale Adumim, a est di Gerusalemme, in Cisgiordania. Un piano congelato per decenni sotto la pressione internazionale, riattivato come risposta ai Paesi che hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina.

La definitiva cancellazione della questione palestinese è un obiettivo che il Governo Netanyahu vuole conseguire anche con il ricorso alla fame e alla sete come strumenti di guerra.
Questa drammatica verità è sotto gli occhi di tutti ma la comunità̀ internazionale fatica a prendere atto della portata del disastro umanitario in atto e il nostro governo non sta facendo nulla per fermarlo. La deriva autoritaria e violenta non è stata mai arrestata e si è tradotta in una vera e propria azione genocida che ha cancellato ogni prospettiva di riconoscimento dei diritti del popolo palestinese e qualunque possibilità di convivenza tra uguali. È in atto la distruzione di un popolo e siamo in una fase buia per l’intera umanità: la cancellazione definitiva del rispetto dei Diritti Umani e del Diritto Internazionale.
A tutto questo noi ci opponiamo con fermezza. L’Italia e l’Europa non possono e non devono essere complici di questo disegno. Ci sono obblighi precisi che discendono dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio a cui il nostro Paese e la Ue devono attenersi affinché l’intento genocidario si arresti e non arrivi alla cancellazione/espulsione dei palestinesi dalla propria terra.
Non possiamo più restare ad aspettare.
Non è più̀ il tempo delle sole parole o delle dichiarazioni rituali.

Chiediamo con urgenza al Parlamento e al Governo italiano di:

  •  assumere una posizione di ferma condanna verso i crimini contro l’umanità commessi dal governo israeliano;
  • pretendere l’apertura di tutti i valichi, la fine del blocco degli aiuti e il ritorno, per la loro distribuzione da parte delle agenzie dell’Onu e delle Ong;
  • sospendere ogni invio di armamenti verso Israele e ogni forma di cooperazione militare con il governo israeliano;
  • sostenere la sospensione dell’Accordo di Associazione UE-Israele fino a quando non sarà̀ raggiunto un cessate il fuoco a Gaza, cesseranno le violazioni dei diritti umani e terminerà̀ l’occupazione dei territori palestinesi, garantendo al contempo assistenza umanitaria e sicurezza alla popolazione civile;
  • assumere iniziative di protezione e di sostegno dei giudici della Corte Penale Internazionale e della Relatrice Onu sui Diritti Umani nei territori palestinesi occupati, colpiti dalle sanzioni illegali dell’Amministrazione USA;
  • Chiediamo inoltre che l’Italia si unisca ai 143 Stati che hanno già riconosciuto lo Stato di Palestina, prima che sia troppo tardi, per affermare un diritto universale e inalienabile.
  • Infine, sollecitiamo il nostro Paese ad assumere con determinazione l’iniziativa, in sede europea e internazionale, per la convocazione di una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di costruire una pace giusta e duratura: unica strada possibile per isolare la violenza e fondare convivenza e sicurezza condivisa in tutto il Medio Oriente.

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