
La figura di San Grato su un pilone a Boves
La diffusione delle feste patronali nella seconda parte dell’estate è stata un fenomeno radicato prevalentemente nei contesti rurali; è quindi logico che i titolari di tali celebrazioni siano soprattutto Santi protettori contro le calamità naturali o di protezione di attività agricole. Nel territorio cuneese è nota la devozione a San Magno per i contadini o Sant’Eligio per i mulattieri e fabbri; altri Santi hanno una rilevanza molto più ampia anche sovra regionale. Tra questi è particolarmente venerato San Grato di Aosta.
Pur essendo documentato come presbitero di Aosta al tempo di Leone Magno per la partecipazione ad un Concilio per la corretta professione di fede, la sua fama si diffuse piuttosto per incredibili vicende miracolose raccontate in merito alla sua intercessione divina contro le calamità che potevano rovinare i raccolti: fulmini, grandine, cavallette… Egli era in grado di cambiare il corso dei fulmini, percepiti come segni dell’ira divina, dirigendoli non contro i frutti del lavoro umano, ma contro le forze infernali, dirigendo i lampi dal cielo alle profondità dei pozzi!
La grande devozione a San Grato si tradusse nella fioritura di sue immagini sulle pareti delle case di rurali, su piloni nei crocicchi delle vie di campagna ed in qualche altare di cappelle votive e di borgata. Quando due di queste cappelle divennero sede parrocchiale, a Rivoira ed a Tetti Pesio, San Grato fu riconosciuto patrono di tutti i parrocchiani, al di là dei loro lavori; in fondo i fulmini spaventano tutti ed un Santo protettore è una garanzia.
Su La Guida di giovedì 4 settembre 2025, disponibile in formato cartaceo e digitale, i lettori troveranno una pagina di approfondimento sulla figura di San Grato e sulla devozione a questo Santo nelle nostre comunità.