Nel silenzio in cui è scivolata Piantacotta, una delle borgate di Valloriate, diventa testimone di una vita fatta di fatiche e tradizioni, lavori e rari momenti di riposo. Una vita che viene da un passato a cui è difficile dare un’età. Provvede a rinnovarne la memoria Paolo Laguzzi che passa in rassegna un’ampia varietà di aspetti di questo grappolo di case aggrappato ai pendii del Monte Tagliaré a 1200 metri. L’intento è chiaro: nonostante un destino ingrato, comune a tante altre realtà delle valli, che consegna al silenzio e al rapido degrado pietre e travi di queste case, rimane la memoria di chi ha vissuto questi luoghi a fornire preziose coordinate di quei decenni passati.
E la dedica che l’autore ha voluto apporre in apertura chiarisce l’altro versante rivolto a chi ne è solo spettatore: “affinché anche noi potessimo apprezzare la vita semplice di un tempo con le sue grandi e numerose difficoltà e le sue piccole e intense gioie”. È un tempo che ha sedimentato non solo tradizioni e usanze, ma anche conoscenze materiali preziose per vivere in spazi avari. L’autore si appoggia alla testimonianza di chi ha vissuto questi luoghi, almeno di quei pochi che ancora ne conservano il ricordo: l’ultimo abitante di Piantacotta è morto nel 1998. Muovendo dalle loro parole presenta un’ampia rassegna di aspetti come appare evidente scorrendo l’indice.
Dalle case all’economia, dal rapporto con l’ambiente alle comunicazioni, dalle tradizioni alla religiosità: è un susseguirsi di informazioni raccolte e messe a disposizione come a comporre un quadro. La lingua parlata fa la sua parte come le illustrazioni con fotografie e disegni in cui è agevole scovare tecniche di sapiente osservazione e raffinata manualità.
Roberto Dutto
Pianta Queccha piantacotta
di Paolo Laguzzi
Editrice Primalpe
euro 23