Autobiografia estemporanea fatta di disegni e colori. Pochissime la parole. Quasi centellinate, ma percorse dall’immediatezza. Le frasi sarebbero di troppo per raccontare l’esperienza di una vita che si muove su un equilibrio fragile eppure orientata ad un cammino di crescita alla ricerca di stabilità. È una “storia visiva” che non va letta bensì vissuta lasciandosi guidare dalle sensazioni che le forme disegnate, ma soprattutto i colori evocano.
Se deve parlare delle relazioni usa intrecci. Per esprimere il disagio basta un punto interrogativo. Il dolore è una ferita e un volto sanguinante, la serenità conquistata sono labbra che sorridono e un cuore. I tratti sono semplici. Tradiscono una spontaneità che vibra di emozioni in lotta per uscire allo scoperto.
I colori sono poi il complemento indispensabile alle forme. Spesso macchie acquerellate con sfumature che racchiudono in sé, di nuovo, il misterioso intrecciarsi di sensazioni. Altre volte il colore dilago su tutta la pagina. Diventa di un nero pesante da sostenere quanto l’esperienza di vuoto che sta vivendo l’autrice.
È tutto nell’espressione il segreto di questo libretto che scaturisce dal vissuto personale. L’interrogativo sul come dirlo sembra prevalere sul cosa, mentre chiede al lettore di trasformarsi quasi in spettatore del disagio rappresentato e infine ricompreso in una vita finalmente amata.
Schizzo. Estemporanea realtà
di Chiara Revelli
Editrice Primalpe
euro 14