A Busca centinaia di trote ed altri pesci sono stati trovati morti lungo il tratto di fiume compreso tra i due ponti della città a causa della totale mancanza d’acqua, non dovuta alla siccità, ma a responsabilità umane sulle quali i carabinieri forestali stanno indagando.
“Trote, vaironi e numerosi gamberi di acqua dolce, che ricordo essere una specie protetta, sono morti perché più a monte è stata chiusa una briglia del canale che porta acqua, senza lasciarne neppure un minimo vitale, che avrebbe permesso ai pesci di sopravvivere – dichiara Giacomo Pellegrino, presidente regionale della Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee). Durante i mesi estivi gli agricoltori si approvvigionano di acqua dal fiume per bagnare campi e orti. Una pratica consolidata, importante per tutelare le coltivazioni da caldo e siccità, ma il minimo vitale per i pesci deve essere sempre garantito.”
A lanciare l’allarme sono state le guardie della Fipsas che hanno notato l’accaduto nel corso dei loro giri di perlustrazione, ma anche alcuni passanti che hanno prontamente avvisato i carabinieri e la stessa Federazione.
“Come Fipsas siamo intervenuti appena è stato lanciato l’allarme – continua il presidente Pellegrino – e siamo riusciti ancora a mettere in salvo parecchi pesci, trasferendoli a monte, dove c’era un minimo di acqua. Abbiamo calcolato che oltre 40 chili di pesce sono morti”. Ad intervenire, oltre alla Fipsas ed ai carabinieri forestali, anche l’Asl e l’Arpa.
La scorsa settimana a Lurisia è successo un episodio simile, del quale non è ancora stata trovata la causa. Si ipotizza un grave reato di danno ambientale per entrambi i casi.