È stata effettuata lunedì 4 agosto l’autopsia del corpo di Nicola Ivaldo, chirurgo ortopedico 64enne residente a Pietra Ligure, scomparso lo scorso settembre durante un’escursione solitaria sul Monviso. Le spoglie dell’uomo – ritrovate tra alcune rocce all’interno del canale Perotti il 31 luglio dopo due giorni di perlustrazione – sono state trasferite al tempio crematorio. L’operazione era stata coordinata dalla Prefettura di Cuneo: i versanti del Monviso e del Visolotto erano stati nuovamente battuti da squadre a terra dei tre corpi, dall’elicottero dei Vigili del Fuoco e dai droni Sasp e Vvf nelle aree prioritarie individuate sulla base delle indicazioni fornite dalle celle telefoniche agganciate dal telefono del disperso. In particolare, due piloti di drone del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese si eano occupati di scandagliare i versanti ovest e nord del Monviso ipotizzando che l’uomo avesse percorso la cresta nord-ovest. Ciascun pilota, con il supporto di un tecnico esperto del territorio, ha sorvolato le aree più plausibili lungo il fianco della montagna, infilandosi nei canali e costeggiando da vicino le pareti e, soprattutto, registrando fotografie e video in alta risoluzione del terreno. Al rientro a valle erano stati coperti 183 ettari di montagna e realizzati 2600 fotogrammi che sono stati caricati su un apposito software, in dotazione al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, che ha elaborato i dati indicando tre possibili target da verificare, grazie all’analisi dei singoli pixel di ciascuna immagine.
Il corpo del medico si trovava a una quota di 3150 metri circa, nel canale più a destra dei 3 che solcano la parete nord del Monviso al di sopra del ghiacciaio pensile.
