L’autore lo ammette per esperienza personale: non passa inosservato chi cammina a piedi nudi. Suscita quanto meno curiosità. Sicuramente appare più eccentrico chi si muove scalzo di chi sceglie abiti fuori dal comune. Non rientra in una moda, quindi è bizzarro. Questa constatazione pone l’argomento del libretto su un piano che va al di là degli aspetti tecnici e biologici a cui pure l’autore presta attenzione.
Camminare a piedi nudi non è semplice, ammette. Il primo ostacolo da superare è di carattere culturale. Si tratta di recuperare una parte del corpo, il piede, solitamente dimenticata alla “periferia” del nostro sistema scheletrico e muscolare. Si rimane stupiti quando l’autore elenca i numeri celati nella struttura del piede: 26 ossa, 19 muscoli, 250 mila ghiandole sudoripare e così via. Una piccola meraviglia di cui riappropriarsi.
Non è necessario affrontare dolori per imparare. Ci vuole gradualità, esercizio per scoprire il senso di libertà che il camminare scalzi veicola. Non è questione di eccentricità. Per lui è diventato uno stile di vita capace di coinvolgere ogni sua esperienza a cominciare dal contatto diretto con la terra. È entrare in sintonia con la natura anche grazie al silenzio garantito dall’assenza delle suole rumorose. La concretezza delle sensazioni fisiche si traduce in stati d’animo.
Il silenzio dei passi
di Andrea Bianchi
Editrice Ediciclo
euro 9,50