Il 21 ottobre si celebrerà in Piemonte la giornata regionale dell’ascolto per la prevenzione e il contrasto alla solitudine e all’abbandono, in concomitanza con la giornata mondiale dell’ascolto. Lo prevede una legge approvata all’unanimità dei votanti dal Consiglio regionale (il gruppo Pd non ha partecipato al voto), che mette in campo una serie di interventi per arginare il fenomeno. Non solo l’istituzione di una giornata simbolica ma anche campagne informative per far conoscere i servizi offerti dagli enti del terzo settore che operano nel campo dell’ascolto, con particolare attenzione ai centri di ascolto esistenti, la promozione di progetti per l’integrazione di soggetti a rischio emarginazione e l’istituzione di un osservatorio regionale.
“Il Piemonte è la prima regione ad accendere un faro sul tema dell’abbandono sociale – ha detto il primo firmatario, Silvio Magliano (Lista Cirio) – con una legge che è frutto di un lavoro di ascolto degli enti del terzo settore e recepisce le integrazioni dell’opposizione in Consiglio e le osservazioni del Consiglio delle autonomie locali.ì
Approvati anche due emendamenti presentati dalla consigliera cuneese Giulia Marro (Avs) “dobbiamo riscoprire la capacità di ascolto, in una società dove non c’è mai tempo e chi non è ascoltato si isola. Pensiamo soprattutto a chi non ha una rete famigliare e sociale, come i minori stranieri non accompagnati, sempre più numerosi nel nostro paese”.
Un emendamento riconosce esplicitamente la figura del mediatore culturale come parte attiva nelle politiche regionali per l’ascolto, inserendolo come membro dell’ Osservatorio Regionale. Il secondo emendamento allarga i luoghi dove fare informazione, non limitandola alle scuole ma ampliando a centri d’incontro, spazi di comunità, centri interculturali e luoghi di aggregazione.
Nadia Conticelli (Pd) ha detto che “pur riconoscendo il valore della norma, c’è discrepanza tra lo spirito della proposta e i tagli pesanti sulla non-autosufficienza e sull’inclusione. Il problema della solitudine non è l’informazione ma l’accesso ai servizi, la sensibilizzazione si fa costruendo reti sul territorio, attivandole con la programmazione e la necessaria copertura finanziaria”.