Samy è una donna “guerriera” e ne è assolutamente consapevole se confessa all’inizio che la sua esistenza è stata stravolta “come se, dice, le onde avessero sbattuto contro il mio destino e si fossero portate via pezzi di vita, sorrisi e occasioni”.
Guerriera fino in fondo, ma di una forza che non urla, che non compie gesti eclatanti, che accoglie le asperità della vita senza demordere, quasi come una sfida contro un destino ingrato.
Nonostante questo però arrivata sull’orlo dei sessant’anni deve riconoscere che è “stanca di combattere”.
Nel sogno di una vita stabile alla ricerca di un “porto di quiete” dopo l’adolescenza turbolenta, ha sposato Massimo rivelatosi presto un “masso”, totalmente privo di affetto, che l’ha lasciata con due figli da crescere.
Lei non si è lasciata sconfigere: ha combattuto soprattutto accanto a Willy il primogenito ragazzo disabile.
Così eccola a fare la cronaca della sua settimana al mare con Willy. Un diario intimo in cui le quotidiane difficoltà sono chiavi che aprono finestre sul suo mondo interiore.
Lì la “guerriera” si trasforma in donna che lotta per trovare il proprio spazio, per essere se stessa, per vivere nella libertà i giorni anche i più complessi. “Avere un sogno e crederci” è la sua filosofia di vita che l’aiuta ad andare avanti.
Non sono soltanto buoni propositi edificanti. Incombe sempre la stanchezza, la paura. Più di una volta, confessa, si riscopre a guardare il proprio figlio con “amore e odio”. Per lei potrebbe essere l’ennesima occasione del destino per portarle via la sua libertà.
Lei però non cade nel tranello della disperazione. Ci vuole forza per combattere accanto al figlio, affrontare ogni giorno insieme a lui la disabilità, “poter vivere serenamente quello che gli altri definiscono silenziosamente una disgrazia”.
Una settimana, una vita
di Michela Scaltritti
Editrice Primalpe
euro 14