Niente piano di rientro per i conti in sanità. Almeno per ora. È l’assessore regionale Federico Riboldi a ribadirlo durante la prima Commissione, presieduta da Roberto Ravello, per illustrare il bilancio di assestamento.
“I dati del consuntivo 2024 sono lontanissimi dal piano di rientro. Questo mette la parola fine sulla speculazione circa lo stato di salute della nostra sanità. Ora possiamo concentrarci sulle azioni sanitarie per avvicinare il servizio e tagliare le liste d’attesa”.
Secondo Riboldi: “I 552 milioni di disavanzo previsti verranno coperti da 284 milioni provenienti dal fondo nazionale e da altre misure che esulano dal nostro bilancio – ha aggiunto – mentre i restanti 268 milioni saranno coperti da nostre risorse che destineremo con le variazioni di bilancio da novembre in avanti. Questi fondi sono figli della nostra volontà di non retrocedere sul potenziamento del personale, sull’investimento nei nuovi reparti e sul potenziamento della sanità territoriale. È nostra intenzione ‘aggredire’ la spesa improduttiva anche grazie all’incremento tecnologico, a partire dallo spreco farmaceutico”.
Il per ora rimane d’obbligo perché se i conti sono rièianati per il 2024 sono i preventivi del 2025 a preoccupare: siamo a 827 milioni di buco per ora sulla previsione, parziale, del negativo dei conti delle Asl in Piemonte sulla base dei bilanci preventivi del 2025. Non a caso il presdiente Alberto Cirio ha voluto l’istituzione di una task force sanità per cercare di raddrizzare la sanità del Piemonte e i conti che fanno acqua da tutte le parti. Ne fa parte anche il “cuneese” Livio Tranchida.
E non solo anche la Corte dei conti nella sua relazione di mercoledì ha attestato che il problema rimane la sanità. Una spesa che è aumentata fino a 10,59 miliardi di euro, con un meno 129 milioni. Ma anche aziende sanitarie in netto ritardo nell’approvazione dei bilanci, l’aumento della spesa farmaceutica, dei dispositivi medici e del costo del personale, e la difficoltà nell’utilizzo delle risorse per il recupero delle liste d’attesa. Per la Corte dei Conti bisogna mettere mano in sanità a interventi strutturali per garantire l’equilibrio della gestione ordinaria, migliorando la programmazione e l’efficienza della spesa.