Oggi, domenica 13 luglio, alle 17 ci sarà l’inaugurazione di “Mourre – Ritratti e autoritratti”, presso il Coumboscuro Centre Prouvençal di Sancto Lucio de Coumboscuro. Sarà visitabile dal 13 luglio al 14 settembre grazie alla collaborazione tra grandArte, Coumboscuro Centre Prouvençal e Mudri con testo critico di Enrico Perotto.
Si presenta al pubblico come il quinto evento organizzato da grandArte nell’ambito della rassegna “OMG – grandArte 2025-2026 – I confini del sacro” che proporrà una serie rappresentativa di altre esposizioni d’arte in numerose località dell’intera provincia nel corso degli anni 2025-2026. È la seconda mostra su Damiano, dopo quella aperta a Rittana, nel centesimo anniversario della nascita e nel 25esimo della morte e anticipa quella che sarà la grande mostra che si terrà a Cuneo nel Vescovado nuovo da fine settembre.
“Mourre”, ovvero “vol0”. Sono quelli di Bernard Damiano, che torna con la sua pittura nella valle di Coumboscuro. E ritorna con una straordinaria ed esemplificativa serie di suoi dipinti incentrati sia sulla cerchia vivace e affattiva delle sue relazioni personali, in cui si incontrano i soggetti umani a lui più cari e quelli conosciuti o soltanto incrociati sporadicamente nell’arco della sua vita, traendone una sorta di galleria di ritratti vivaci e compositi, in alcuni casi anche con una certa vena caricaturale, sia soprattutto sull’indagine svolta intorno all’immagine di sé, cioè stabilendo un dialogo con il proprio volto raffigurato perlopiù frontalmente, via via sempre più dilatato e dominante rispetto allo sfondo, prevalentemente a capo scoperto o con cappello a tesa larga, a cui alterna anche opere in cui si rappresenta a mezzo busto, insieme a una modella o ancora in compagnia del suo amatissimo gatto a tre zampe.
Da un lato, Damiano è attratto sia dagli enigmi esistenziali di personaggi solitari, curiosi e intriganti, sia dai tratti somatici di persone amiche e familiari, le cui peculiarità fisionomiche e fisiognomiche essenziali sono poi trasferite su tavola e su tela, per mezzo di pennellate ora più sciolte e briose, ora più corpose e increspate di materia coloristica. Dall’altro, Bernard esplora instancabilmente i piani anatomici del proprio aspetto facciale, solidificando nella materia vitalistica dei colori l’apparire di quel viso austero e senza tempo di uomo originario delle terre alte di Coumboscuro, incorniciato da vistose basette bianche e contrassegnato da occhi cerulei fanciulleschi, mansuetr e indagatori, che si addicono ad un trasognato viandante della pittura del secondo Novecento a cavallo tra Italia e Francia, circondato da un’aura d’antan tipica dell’artista bohémien o altrimen? riconosciuto da Martina Corgnati nel 1995 come “uno degli interpreti? più convincenti e tenaci del dandysmo contemporaneo”.