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Domenica 6 luglio 2025

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La forza vitale rigenerante e costruttiva della natura

Silvia Fubini è una delle artiste in mostra nelle collettiva a Palazzo Santa Croce di Cuneo “Introitus. Presagi dell’altrove. Segni scarti simulacri”

Cuneo

La Guida - La forza vitale rigenerante e costruttiva della natura

Silvia Fubini, nata a Torino e laureata in Matematica, lascia presto la sua città natale e gli studi scientifici per trasferirsi a New York dove frequenta la School of Visual Arts e si dedica alla fotografia e alla scrittura collaborando a riviste con fotografie e testi e lavorando come assistente nell’ambito della fotografia pubblicitaria.
Nel 2002 ritorna in Italia dove è impegnata in progetti fotografici per il Comune e la Provincia di Torino, continuando la sua ricerca personale nella fotografia analogica.

Silvia Fubini lavora in modo intimo, quasi autobiografico, sul tema del viaggio e della dislocazione degli oggetti fermando il suo sguardo sul quotidiano, spesso straordinario. Spirito eclettico, si è dedicata alla fotografia d’architettura, ai ritratti e alla still life con un’attenzione particolare all’aspetto narrativo: nelle sue nature morte gli oggetti in primo piano esprimono spesso intricate connessioni e dialoghi silenziosi.
Sue fotografie sono installate in modo permanente al Palazzo del Nuoto di Torino e nella sede Amiat di Borgaro Torinese. Nel 2022 una sua opera è stata inserita da Giorgio Bonomi nel terzo volume Il corpo solitario, l’autoscatto nella fotografia contemporanea, ed. Rubbettino.  Altri lavori sono apparsi sulle riviste Art on World e Re-Planet.
Ha tenuto mostre personali a New York, Torino, Stoccolma, Riparbella (Pisa) e ha partecipato a numerose mostre collettive a Milano, Torino, Genova, Firenze, Varese, Novara, Benevento e Bad Hersfeld (Germania).

“L’immaginazione di Silvia va oltre il pensiero del semplice riciclo, – scrive Claudia Migliore – questa volta il luogo non è più immaginario, ma esiste davvero e va preservato, ecco che i lavori di Silvia Fubini assumono una connotazione più ampia, i filati ecosostenibili vengono applicati sulle fotografie in modo casuale, forse, ma preciso, tanto da far riapparire anche qualcuno dei piccoli animali così cari a Silvia nel primo progetto”.
“L’arte unisce nella differenza – dice Gabriele Fasolino – Silvia Fubini presenta tre sculture di grande carica poetica e intellettuale, sono sculture cinetiche, “mobile” che sorvolano le nostre teste e sviluppano altrettanti solidi platonici, simboli della perfezione, rivelatori della vera natura dei paesaggi fotografici impressi sulle facce dei poliedri”.
“Silvia Fubini – secondo Lorella Giudici – si sofferma a riflettere sul rapporto che esiste oggi tra distruzione, costruzione e restauro. Un processo che forse non è sempre una sequenza così lineare e concatenata, anzi sembrerebbe che il fine sia lo spaesamento dell’oggetto, del tempo e dello sguardo.”
“Silvia Fubini – conclude Edoardo Di Mauro – ha rivolto la sua attenzione sia alle dimensioni del paesaggio metropolitano con le varie serie dedicate a NY, città dove ha vissuto e che è stata fondamentale per la sua formazione, sia ad angoli riposti del proprio vissuto personale, come in “Moving Back”. Un elemento comune ai vari episodi è una poetica dove il presente viene introiettato e sottoposto all’altrui visione chiedendo e ottenendo una condivisione empatica dell’evento. Dove Silvia riesce a far convergere efficacemente le sue visioni e la sua tecnica è quando si cimenta nella documentazione dei cantieri che costellano Torino”.

A Cuneo “Silvia Fubini ci propone – scrive Enrico Perotto – una sua particolare interpretazione del noto episodio biblico della Scala di Giacobbe (Genesi 28, 12). Con un atto installativo minimale, ma di efficace sintesi metaforica, l’artista si serve di tre elementi materiali (una doppia scala lignea colorata di bianco, su cui si contano sette gradini, tre stampe fotografiche su forex, riproducenti alberi “gloriosi” di olivo, e una sfera vitrea opalina), con cui configura un simbolico climax, un’ascesa agli archetipi della perfezione divina e della forza vitale rigenerante della natura”.

Alcune delle opere di Silvia Fubini sono in mostra per “Omg – grandArte 2025-2026 – I confini del sacro” a Palazzo Santa Croce nella mostra “Introitus. Presagi dell’altrove. Segni scarti simulacri” collettiva con le artiste Marina Buratti, Carla Crosio, Carla Iacono, Ornella Rovera a cura di Enrico Perotto. Fino al 13 luglio, sabato e domenica ore 15/18.

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