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Giovedì 3 luglio 2025

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Alla ricerca del Pis del Pesio: esplorazione nell’Abisso Fof fino a -230 metri

Una cavità della Conca delle Carsene sotto la lente degli speleologi: tra geologia, passaggi nascosti e un sogno chiamato Pis del Pesio

Chiusa Pesio

La Guida - Alla ricerca del Pis del Pesio: esplorazione nell’Abisso Fof fino a -230 metri

Un nuovo traguardo nelle profondità delle Alpi Liguri è stato raggiunto da una squadra appartenente al Gruppo Speleologico Alpi Marittime, storica realtà attiva da decenni nello studio e nell’esplorazione del paesaggio carsico delle montagne cuneesi. Durante una recente uscita nella Conca delle Carsene, la squadra – guidata da Bart e Ciurru, figure storiche della speleologia locale e composta da Alberto, Inny, Luigi, Marco, Matteo, Nicolò, Nunzio, Paolo, Roby e Stefania, speleologa di prim’ordine e unica presenza femminile nel gruppo – ha raggiunto la profondità di 230 metri all’interno dell’Abisso Fof, una cavità ancora in gran parte da esplorare. La discesa, culminata nel superamento di un pozzo verticale di oltre 60 metri, ha condotto gli speleologi in un ambiente stretto e costantemente bagnato da stillicidi, dove le pareti raccontano storie di antiche trasformazioni geologiche. Le condizioni sono impegnative, ma la motivazione è alta: le ricerche proseguono nella speranza di accedere ad ambienti ancora inesplorati. L’Abisso Fof (Pozzo 2-2), situato a 1891 metri di quota nella Conca delle Carsene, è dedicato a Franco Cucco (Fof), grande speleologo recentemente scomparso. Rappresenta oggi uno dei fronti più attivi e promettenti dell’esplorazione speleologica dell’area. La sua posizione e il suo sviluppo lo rendono un potenziale nodo idrogeologico strategico. Secondo gli speleologi, la grotta potrebbe intercettare uno dei percorsi profondi che alimentano le sorgenti della zona. L’obiettivo a lungo termine è ambizioso: cercare un possibile collegamento naturale con il Pis del Pesio, una delle sorgenti più spettacolari e simboliche delle Alpi Liguri. “Esplorare queste cavità significa mettersi in ascolto della montagna – racconta Nicolò, geologo della squadra –. Ogni metro conquistato è una tessera in più nella mappa di un mondo invisibile, ma strettamente connesso al nostro ambiente di superficie”. L’attività esplorativa della squadra prosegue con passione, rigore e rispetto. Unendo competenze scientifiche, spirito di squadra e amore per il territorio, si continua a scrivere una pagina significativa della speleologia locale – una storia che scende in profondità, ma che parla anche del nostro legame con la montagna e la sua natura più nascosta.

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