Il senso di questa biografia è chiarito nell’introduzione: un debito di memoria verso Raimondo Usmiani, brigadiere di polizia, che nei mesi della Resistenza compie la scelta della lotta partigiana. È nome poco conosciuto assieme ad altri colleghi: “le loro gesta non furono riconosciute per carenza di documenti e di testimonianze ma anche per il loro carattere”.
Il verbo usato, “riconosciute”, è quanto mai appropriato nel caso di Usmiani considerando quanto successe dopo la Liberazione. È ancora l’autore a sottolineare quanto sia “penalizzato” da una serie di circostanze oltre che da una certa miopia dell’amministrazione che non ne riconosce l’attività nella lotta contro il nazifascismo e addirittura provvede, inspiegabilmente, a trasferirlo “per incompatibilità ambientale” nel remoto ufficio di Pubblica Sicurezza del Brennero.
Permeato da questa finalità di ridare il giusto ruolo alla figura di Raimondo Usmiani, il saggio ne tratteggia la biografia, ma soprattutto si appoggia a molta documentazione a sostegno delle proprie considerazioni. Per certi versi è un nuovo tassello al mosaico della lotta nel periodo della Resistenza che prende forme diverse spesso nascoste nell’anonimato quale garanzia di incolumità personale e dei familiari, ma anche per uno spirito ideale di consapevole ribellione. D’altro canto l’autore si premura anche di precisare che altri poliziotti cuneesi dettero il loro contributo non solo abbandonando il servizio per aderire alle bande partigiane, ma anche aiutando gli arrestati e facendo trapelare informazioni utili. In questo contesto Usmiani e altri colleghi vengono scoperti e costretti alla fuga.
Il libro si amplia infine anche al dopoguerra laddove non si esime dal sottolineare le difficoltà che Usmiani deve affrontare.
Sarà oggetto di un provvedimento disciplinare che lo penalizza nella carriera e lo vede arrivare al grado di maresciallo non per meriti patriottici, ma per aver superato un concorso interno “con le proprie forze, esperienza e competenze”.
Raimondo Usmiani. Il servitore della libertà
Antonio Ciaramella
Primalpe
15 euro