La fotografia di copertina definisce le coordinate storiche in cui si sviluppa il romanzo. Ritrae un momento delle manifestazioni per l’aumento del prezzo del pane a Milano nel 1898 represse dal generale Bava Beccaris. Lo sdegno popolare non ebbe seguito a livello ufficiale. Anzi il generale venne nominato senatore dal re Umberto I. Per questi motivi non è difficile collegare i fatti milanesi al successivo assassinio del re a Monza nel 1900.
Fin qui la storia, che fa da sfondo per il romanzo che si muove agilmente tra eventi reali e una trama articolata di invenzione. Anarchici, delinquenti, forze di polizia, servizi segreti si incrociano a raccontare di verità sempre sfuggenti, confuse in una serie di ricostruzioni che sempre più si stringono intorno al generale.
Si parte da un attentato a Guglielmo II, il kaiser tedesco, che presto si scopre essere una macchinazione con altri scopi. Si definisce così la dimensione nebulosa in cui si sviluppano le indagini del commissario Tritapalla. Un ambiente dove è difficile stabilire le coordinate precise, in cui prevale la struttura sull’individuo, in cui agli ordini si obbedisce anche se non è chiaro il loro fine. Una storia che unisce gli ideali anarchici alle pulsioni individuali di vendetta, che parla di una vita mediocre che vorrebbe fare i conti con la propria coscienza, ma di fatto è condizionata da interessi più alti quando non è presa in giro dal destino.
Si parte da Tunisi per arrivare a Cuneo e Peveragno. Si parla del kaiser, di Bava Beccaris, dell’inaugurazione del monumento al maggiore Toselli nella piazza di Peveragno. I luoghi si intrecciano come le persone, confondono gli indizi e continuamente rilanciano l’interesse verso una soluzione del caso che riserva sorprese e finalmente spiega il “se” che apre il titolo.
Se quel treno per Cuneo
di Cleto Schiavilla
Editrice ArabaFenice
euro 18