È ancora una volta un medico la voce del romanzo che Adelphi propone di Simenon. Scritto a Lakeville, Connecticut, nel soggiorno americano degli anni Cinquanta, racconta la storia del dottor Charles Coindreau. A lui arriva la telefonata della moglie del grande Bob del titolo, che gli comunica che il marito Bob Dandurand è moto, trovato in un canale. Una morte non accidentale ma quasi certamente un suicidio. E come spesso capita in questi casi la figura di Bob viene mitizzata da qualcuno, da qualcuno raccontata nelle sue intimità e nei segreti. E con lui quella dell’amico e medico della moglie, Charles, perché lui, come tutti, ma più di tutti gli altri, si arrovella sul motivo che ha indotto a togliersi la vita uno come Bob: sempre allegro, pronto alla battuta, gran giocatore di belote e gran consumatore di “bianchini”. Ma chi è dunque il Grande Bob? Un fallito, uno scontento, un originale, un sognatore? Un genio? Non lo sappiamo né all’inizio né alla fine del libro. Certamente è un uomo che, arrivato alle soglie del successo, e del tutto facile, ha avuto il coraggio di rifiutare una parte che non gli era congeniale preferendo una vita incerta, inventata giorno per giorno, a un’esistenza sicura, prevista nei minimi particolari.
Come sempre Simenon è geniale, ci trascina in una storia piena di personaggi unici, di piccoli mondi, di emozioni umane, di dubbi esistenziali. In un vortice che solo un genio della scrittura e un conoscitore dell’abisso dell’animo umano sa rendere.
Il grande Bob
di Georges Simenon
Adelphi
19 euro