Entro la settimana che comincia oggi, lunedì 23 giugno, la Regione dovrebbe finalmente rendere ufficiali le decisioni del presidente Cirio in merito al futuro presidente del Parco del Monviso. Anche perché, sullo sfondo, esiste il rischio che scadano i termini stabiliti per il commissariamento, con tutto ciò che questo potrebbe trascinarsi a rimorchio.
Da settimane – nonostante il consueto nicchiare sulla materia del Governatore, sempre attento a non creare squilibri nella maggioranza che lo sostiene – sulla scrivania di Alberto Cirio sembra esserci soltanto un dossier: quello che contiene il nome di Marco Dastrù, 59 anni, da Revello, di professione avvocato che si è occupato e si occupa, prevalentemente, di diritto civile e che, dal 2012 è Mediatore delle Controversie Civili e Commerciali. Il suo maggiore sponsor è stato in questi ultimi mesi il presidente del Bim e vicesindaco di Paesana Marco Margaria, uomo forse della Valle Po, “figlioccio” politico dell’assessore alla montagna Marco Gallo, cui dovrebbe competere la designazione. Una sponsorizzazione diventata tutto ad un tratto più semplice, “grazie” all’autoesclusione di Elisa Tarasco, le cui velleità – a lungo è stata presidente in pectore – sono state spazzate via dall’inchiesta per corruzione elettorale.
Naufragate nel nulla i sogni di riconferma del presidente uscente ed oggi commissario del Parco Dario Miretti: nemmeno un sindaco – un segnale che dovrebbero far riflettere – ne ha caldeggiato un secondo mandato.