La devozione a Sant’Antonio di Padova nel cuneese, è attestata già nel Quattrocento con un convento di francescani costruito in Cuneo nel 1480 e distrutto nel 1530. Una successiva fioritura avvenne nel corso dei secoli XVII e XVIII. Una ripresa della sua devozione avvenne tra Ottocento e Novecento, periodo della costruzione in Cuneo della chiesa di Sant’Antonio da Padova, ora in Corso Francia; per decenni la festa in questa chiesa è stata un po’ la festa di Cuneo Sud, conclusa con i fuochi d’artificio!
A lui è dedicata la Parrocchia Sant’Antonio da Padova in Salmour, un santuario a Boves ed una decina di cappelle in vari paesi, oltre a numerosi altari all’interno delle chiese parrocchiali.
La raffigurazione più diffusa presenta Sant’Antonio in dialogo con la Madonna che gli porge il piccolo Gesù Bambino. La scena più simpatica è dipinta nella pala dell’altare di Sant’Antonio di Boves, dove il piccolo Gesù balza nudo verso il Santo, lasciando nelle mani della Madre il panno che lo avvolgeva; ma in realtà il Bambino è dipinto mentre si innalza dal libro aperto davanti ad Antonio. In tal modo si precisa che si tratta di una contemplazione visiva del Vangelo meditato dal Santo. In modo sintetico alcune statue presentano il Bambino Gesù, ritto sul libro aperto, teso ad abbracciare il Santo.
Molto interessanti sono i cicli di miracoli, dipinti su tela o ad affresco, presenti nel santuario di Sant’Antonio di Boves e nelle cappelle laterali della chiesa di San Dalmazzo a Borgo e del Sacro Cuore in Cuneo. La serie più interessante di tele, dipinte a metà Seicento, era in San Francesco a Cuneo.
