Domenica 15 giugno si terrà una marcia silenziosa della pace per chiedere lo stop della tragedia di Gaza. Appuntamento alle 17 in frazione Merlat di Boves (la strada che sale a Rosbella da Castellar) per camminare in silenzio fino alla frazione di Rosbella. Al termine, ci si fermerà nella chiesa di Santa Pazienza per una preghiera insieme, “Spezzare e drequentare la Parola”, proposta ogni mese, perché anche attraverso la lettura della Parola e una riflessione su di essa, si proverà ad essere vicini e a chiedere che ci sia pace. Si raccoglieranno anche offerte per il progetto Palestina dell’Operazione Colomba della Papa Giovanni XXIII, volontari che condividono la loro vita con gli ultimi, anche in questa zona di guerra.
Insieme a Sentieri di Pace, organizzano l’iniziativa anche la parrocchia di Boves, la Scuola di Pace di Boves e tutte le persone che non vogliono più restare indifferenti di fronte a quello che succede.
“Ognuno di noi può fare piccoli gesti, – dice l’invito di Sentieri di Pace – ma tutti insieme uniti siamo “marea” che da tutto il mondo chiede la fine della guerra e l’ingresso degli aiuti. Insieme a tutte le persone che raggiungeranno Rafah, anche noi vogliamo chiedere innanzitutto che venga riaperto il valico e che gli aiuti possano entrare liberamente a Gaza”.
L’iniziativa fa parte di “Global March to Gaza”, un movimento della società civile che reagisce e si dà appuntamento in Egitto per una marcia globale verso Gaza che arrivi al valico di Rafah proprio domenica 15 giugno. È la prima marcia globale della società civile a cui hanno risposto già 54 paesi e migliaia di partecipanti. Non soltanto un sostegno simbolico: l’obiettivo è di negoziare l’apertura del terminal con le autorità egiziane, in collaborazione con Ong, diplomatici e istituzioni umanitarie, in modo pacifico e senza forzare alcuna barriera. Un movimento pacifista apolitico nato dal basso che si incontrerà il 12 giugno al Cairo per una camminata di 40 chilometri in direzione del confine da cui sono passati pochissimi aiuti umanitari.
“Questa iniziativa – dicono a Sentieri di Pace – è nata dalla società civile, non dai partiti, non dai governi, non dalle grandi associazioni, ma dalle persone semplici. Tutte queste persone marceranno verso Rafah per chiedere l’immediata riapertura totale del valico e la fornitura degli aiuti necessari perché la popolazione non sia portata allo stremo per fame e per sete. Anche noi a Boves abbiamo deciso di accompagnare queste centinaia di persone nel loro marcia. Nel nostro piccolo vogliamo raccontare la nostra voglia di pace e giustizia e dire che tutto questo che sta succedendo è inumano. Non possiamo stare zitti, dobbiamo accompagnarli, non dobbiamo voltarci ancora una volta dall’altra parte, dobbiamo dire a gran voce, che tutto quello che sta succedendo non è giusto e bisogna fare qualcosa”.