L’abitazione di Tarantasca dove mettere a segno il colpo che avrebbe dovuto fruttare un “tesoro” l’avevano scelta e poi osservata per giorni; avevano anche fatto venire dal Portogallo i due esecutori materiali del colpo, che il 3 marzo del 2023 fecero irruzione nell’abitazione e dopo aver selvaggiamente picchiato la padrona di casa, si impossessarono di 3.500 euro e un anello d’oro, un bottino molto più misero del colpo milionario che avevano pensato di mettere a segno in base alle informazioni in loro possesso. Lo scorso anno, con rito abbreviato erano stati processati quattro uomini della banda che realizzò la rapina, tutti accusati di esserne gli ideatori e organizzatori; Claudio Brugiafreddo, Teresio Isoardi e Rascar Gabriel Rayomond vennero condannati a 6 anni e 8 mesi di reclusione, Mauro Bono a 6 anni. La compagna di quest’ultimo, Paun Mariana, accusata anche lei di complicità nella rapina, ha invece scelto il rito ordinario che si sta svolgendo al tribunale di Cuneo.
Venuti dal Portogallo con un’auto con targa francese messa a disposizione da Rascar, gli altri due rapinatori avevano osservato la casa e preso nota degli spostamenti della coppia che l’abitava. Anche l’auto del Bono venne utilizzata per questa operazione di osservazione. Quel giorno a casa c’era solo la signora che venne ripetutamente colpita al volto e minacciata con la pistola, trascinata per un braccio al piano terra alla ricerca del denaro, poi imbavagliata con uno straccio infilato in bocca, mani e piedi legati, prima di essere essere lasciata a terra dolorante e sotto shock. Ricoverata all’ospedale dopo essere stata trovata dal marito, le furono refertati 40 giorni per il trauma cranico e facciale. A carico della imputata, che si è detta del tutto estranea ai fatti, l’accusa di aver recuperato con l’auto, insieme al compagno, i tre rapinatori subito dopo il colpo. Nella loro casa di Savigliano venne trovato il revolver usato nella rapina, dentro una valigetta nascosta dietro un divano in cucina. Il giorno dopo la rapina, era stato proprio il Bono a recarsi dai carabinieri per denunciare falsamente il furto della jeep che era stata utilizzata nella rapina e che fu poi trovata in una scarpata nei pressi di Bagnolo. Il processo proseguirà il 16 luglio per ascoltare altri testi.