Si apre con un omaggio quasi affettuoso a Cuneo “cittadina equilibrata, sobria, elegante non eccessiva”. Ma non ci si illuda: è solo il primo tassello di un gioco a rimpiattino dell’autore con il lettore che culminerà nell’epilogo.
Infatti Cuneo appare città tranquilla anche quella notte di tarda primavera allorché si accinge a dar inizio a un “classico” week end di ordinaria serenità da “trascorrersi in compagnia degli amici abituali tra gli svaghi di sempre”.
Si sa, nel noir è prassi questa situazione di calma piatta. Ma è solo apparenza, perché ogni acquisizione di serena normalità è pronta a infrangersi con un omicidio rimettendo in gioco le carte narrative.
Non fa eccezione questo romanzo. Un uomo viene ucciso a sangue freddo in un appartamento di via Alba. Movente: forse il furto, ma anche qualcosa di più grosso essendo la vittima invischiata in un traffico di droga.
L’autore sembra preoccupato di fornire le coordinate topografiche dei luoghi dove si svolge l’azione quasi invitando a una passeggiata nel centro storico. In sintesi tre appartamenti: quello di via Alba, quello in piazza Virginio, dove abita Roberta, commissario di polizia, e quello di via Sen. Toselli, casa di Patty amica di Roberta. In questo triangolo si racchiudono le indagini che nel giro di due settimane portano al colpevole.
Ed è a questo punto che l’autore interviene a forzare un racconto persino troppo lineare con un epilogo che scompagina ogni acquisizione senza per questo rimettere in moto l’intreccio.
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Andrea Bodrero
Nerosubianco
12 euro