A Torino erano diverse ceintiaia di persone raccolta da questa mattina davanti all’ingresso del palazzo Lascaris, sede del consiglio regionale del Piemonte, per iniziativa del Comitato per il diritto alla tutela della salute e delle cure, per chiedere all’assemblea di concedere la possibilità di raccogliere le firme (ne occorrono 60.000) per un referendum abrogativo dell’articolo 23 della legge 2012 sulle sperimentazioni gestionali che prevede la possibilità di creare soggetti con società private per gestire i servizi sanitari, e che secondo i proponenti sta provocando “una privatizzazione dilagante della sanità pubblica che mette a rischio il diritto di tutti e tutti a curarsi”. Insieme Cgil, il presidente dell’Ordine dei Medici, e il sindacato Anaao Piemonte.
Ma in consiglio regionale succede di tutto. La minoranza del Pd e di Avs di imbavaglia in segno di protesta per la sospensione della discussione sulla ricevibilità e ammissibilità del referendum abrogativo sulla sanità pubblica. Ma la sospensione della richiesta di referendum è avvenuta dopo che l’assessore Gianluca Vignale ha promesso di approvare entro una settimana un disegno di legge per cancellare l’articolo 23. Dice Vignale: “Giovedì o venerdì la Giunta approverà un dl che consentirà di superare la norma attuale, approvata a suo tempo dal centrosinistra, che consente il partenariato pubblico-privato per avviare specifiche sperimentazioni in ambito sanitario”. Così la Giunta Cirio supera di fatto quanto chiesto dal Comitato per il diritto alla salute, un’iniziativa sostenuta con oltre 5000 firme e supportata dal centrosinistra e da numerose organizzazioni sindacali e professionali, attraverso una richiesta di referendum.
Per il Pd e Gianna Pentenero: “Il centrodestra ha deciso, attraverso il gioco delle tre carte per non discutere di referendum sulla sanità pubblica. Prospettare dei cambi di legge non impediva affatto di dare un segnale politico forte, approvando il quesito e poi intervenire sul provvedimento anche successivamente. Hanno aspettato fino a oggi, per poi annunciare in fretta e furia provvedimenti improvvisi: tutto pur di non ascoltare la voce dei piemontesi e delle piemontesi.. Adesso attendiamo che il disegno di legge promesso dalla maggioranza venga presentato e approvato in tempi rapidissimi. Infatti non è la prima volta che a un annuncio roboante non segue poi nulla. Potremmo fare un lungo elenco delle scadenze annunciate da Cirio e dai suoi Assessori e a, oggi, non mantenute a cominciare dal piano sociosanitario rinviato ormai di mese in mese”.
“Dopo il presidio andato in scena questa mattina sotto Palazzo Lascaris, abbiamo audito una delegazione dei manifestanti. Durante l’incontro, il Centrodestra ha garantito la sua disponibilità a discutere seduta stante l’ammissibilità del referendum. Poco dopo, in Aula, la maggioranza ha fatto esattamente il contrario, interrompendo bruscamente il dibattito votando la sospensiva…Basta col bavaglio, la Destra porti subito in approvazione il disegno di legge promesso o abbia il coraggio di aprire al referendum” sono le parole del Movimento 5 Stelle.
“La destra in Regione oggi ha scritto una pessima pagina per la democrazia in Piemonte. Si professano a favore della sanità pubblica, ma poi non hanno avuto il coraggio di ammettere un quesito referendario sul tema…- continua Avs – La sensazione è che a destra siano allergici al referendum, strumento che dà voce diretta ai cittadini e che consente di riportare al centro del dibattito pubblico temi essenziali per la vita delle persone, quale la sanità. Èlo stesso film che stiamo vedendo anche con riferimento ai referendum su cittadinanza e lavoro dell’8 e 9 giugno: questa destra teme la partecipazione popolare”.
La risposta della maggioranza non tarda a farsi sentire: “Nessuno contesta l’istituto del referendum – dichiarano i capigruppo di maggioranza Carlo Riva Vercellotti di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ricca della Lega, Paolo Ruzzola di Forza Italia e Silvio Magliano della Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale -. In tutto questo c’è, però, una sola verità: l’opposizione fa i suoi giochetti, presentando questo referendum come una scelta tra sanità pubblica e non pubblica, cosa che assolutamente non è, perché abroga una legge che riguarda solo le società miste pubblico-privato. Occuparsi delle persone e dei cittadini per noi è un’altra cosa: se la sinistra non ha compreso che il tempo della sterile demagogia è passato definitivamente, le ricordiamo solo che questa consultazione, nello specifico, sottrarrebbe ai piemontesi 30 milioni per la consultazione referendaria più rimborsi elettorali pari a 1 euro per ogni firma raccolta, piuttosto che utilizzarli per la sanità, gli anziani e i disabili”.