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Sabato 31 maggio 2025

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Solo il 13% dei cuneesi usa il trasporto pubblico locale tutti i giorni

I risultati di un questionario della Cgil Cuneo a cui hanno risposto quasi 2.000 utenti

Demonte

La Guida - Solo il 13% dei cuneesi usa il trasporto pubblico locale tutti i giorni

Soltanto il 13,2% dei cuneesi utilizza il trasporto pubblico locale tutti i giorni (più basso rispetto al dato del Piemonte che è 17,8%), mentre il 12,6% ne fa uso più volte alla settimana,  il 49% degli utenti ritiene la qualità del servizio offerto scarsa o pessima e il 34% appena sufficiente. Sono queste alcune delle opinioni raccolte dal questionario predisposto dalla Cgil Cuneo a cui hanno risposto quasi 2.000 utenti, di cui oltre 600 della provincia di Cuneo e il cui risultato è stato illustrato ieri (giovedì 29 maggio) presso l’anfiteatro di Demonte durante il confronto pubblico “Il trasporto che ci salva. Quando il Tpl incide sulla qualità della vita: il cuneese e le sue valli” promosso da Cgil Piemonte insieme a Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Federconsumatori Piemonte, Udu, Fridays For Future, Co.M.I.S. Piemonte, Arci e Libera Piemonte.

Negli ultimi anni, la provincia di Cuneo è stata quella più colpita dalla diminuzione del numero di autobus passando da oltre 120 autobus per 100.000 abitanti nel 2010 a circa 60 nel 2022. Per non parlare della situazione del trasporto ferroviario, in particolare della linea Torino-Cuneo-Ventimiglia/Nizza che risulta dal rapporto “Pendolaria 2025” di Legambiente, una delle peggiori di Italia. Dagli ultimi dati, inoltre, emerge in maniera chiara la generale propensione delle/dei pendolari piemontesi all’uso del mezzo privato, che nel cuneese è del 69%.

Nel 2012, con la chiusura di 12 linee ferroviarie, la provincia di Cuneo è stata la più penalizzata in Piemonte per numero di linee soppresse. Il trasporto extraurbano in poco più di un decennio è diminuito di oltre il 10% con una significativa riduzionedel numero di autobus per abitante che, nel cuneese si sono dimezzati, passando, da oltre 120 autobus acirca 60 ogni 100.000 abitanti. Ancora oggi in Piemonte il servizio offerto non raggiunge i livelli pre-covid, con indici di efficienza bassi su numerose tratte in primis la Cuneo-Torino.

Oltre ad analizzare i dati della situazione cuneese rispetto al trasporto pubblico locale, il report della Cgil ha analizzato anche i dati sull’impatto ambientale causato dal trafffico, con un’attenzione particolare alla situazione in Valle Stura. A marzo 2025 i veicoli transitati sulla Strada Statale 21 tra i comuni di Demonte e Borgo San Dalmazzo sonostati 6.885 al giorno, di cui il 7,9% è costituito da veicoli pesanti (5.988 in orario diurno, di cui il 7,7%costituito da veicoli pesanti e 897 veicoli in orario notturno di cui il 9,2% costituito da veicoli pesanti). In nove anni, dal 2016 (allora erano stati 3.884 veicoli transitati al giorno, di cui l’8,5% costituito da veicolipesanti) al 2025, il transito di veicoli è aumentato complessivamente del 25%. Nell’ultimo anno le autocircolanti sono aumentati del 4% ogni 100 abitanti.

Preoccupanti anche i dati relativi all’incidentalità. Nel 2023 si sono verificati in Piemonte 10.029 incidenti stradali con lesioni che hann ocausato la morte di 178 persone ed il ferimento di altre 13.918. Il 10,85% (1.084) di questi si è verificato nella provincia di Cuneo.La provincia di Cuneo è la terza in Piemonte per numero di feriti, la quarta per tasso dimortalità stradale. Se consideriamo solo il dato degli incidenti avvenuti in provincia(escludendo quelli avvenuti nei comuni capoluogo di provincia) la provincia di Cuneo è laseconda per numero di incidenti in Piemonte, subito dopo Torino.

A Demonte si è parlato anche di spopolamento e di criticità che riguardano le aree interne. Nel 2022, 35 comuni della provincia di Cuneo non hanno registrato alcuna nascita,secondo i dati elaborati dall’Osservatorio demografico di Ires Piemonte. Tra questi, ilcomune di Marmora si distingue per non aver avuto nuovi nati da oltre otto anni e cisono comuni che dai primi del 900 ad oggi hanno perso oltre l’80% dei residenti.Tra meno di vent’anni il numero di persone in età lavorativa, nella “Granda”,scenderà dall’attuale 63% della popolazione al 56%. Questo vuol dire che solo poco più della metà di chi popola il Cuneese, per motivi anagrafici, cioè da 14 a 65 anni, sarà in grado di lavorare.

“Il Trasporto pubblico locale può essere un fattore decisivo per reimpostare in maniera socialmente sostenibile ed economicamente efficace la nostra rete infrastrutturale provinciale – sottolinea PierTomaso Bergesio, segretario provinciale della Cgil . Garantire collegamenti pubblici può aiutare la vita delle persone che abitano le cosiddette aree interne. Lo spopolamento delle vallate si contrasta favorendo occasioni di lavoro, accesso facilitato ai servizi essenziali, mobilità sostenibile che non vada a congestionare una rete su gomma sempre più sotto pressione. Il caso Valle Stura è emblematico: il traffico continuo di camion, il senso alternato di marcia nei centri cittadini (Demonte, Aisone), le conseguenze sulla qualità dell’aria e sulla salute dei cittadini denunciano una situazione di invivibilità che va avanti da anni e rendono improrogabile un intervento sistemico che rilanci un’idea diversa su come si abita, si vive, si lavora e ci si sposta in un territorio che ha delle naturali specificità che, se non tenute in considerazione, diventano criticità. RFI, azienda pubblica controllata da Ferrovie dello Stato che si occupa della manutenzione della rete su ferro, sarebbe intenzionata a investire prossimamente in provincia per adeguare la rete stessa ad assorbire un aumento del trasporto merci. Naturalmente interventi di tale natura sarebbero positivi perché andrebbero a ridurre il traffico su gomma decongestionando una rete stradale inefficiente. Auspichiamo però che la politica, a partire da quella provinciale e regionale abbia la lungimiranza di aprire un confronto con RFI affinché gli interventi sulla rete possano diventare utili anche per il trasporto delle persone e non siano l’ennesima occasione persa. Bisogna pensare che più merci viaggianti avranno necessità di maggiori spazi per la logistica e pertanto le aree individuate per la costruzione dei siti di deposito dovranno essere raggiungibili dalle lavoratrici e dai lavoratori anche attraverso l’uso del mezzo pubblico. In sintesi, l’economia del territorio ha effetti benefici se tiene conto dei bisogni e dei diritti delle persone che lo abitano. Il diritto a una mobilità sostenibile fa bene a tutti e riporta a un’idea di sviluppo compatibile con la vita, l’ambiente, il futuro delle persone”.

 

 

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