È stato approvato all’unanimità dal consiglio provinciale il nuovo Piano di contenimento del cormorano (Phalacrocorax carbo) 2025-2030.
Tre le principali novità introdotte dal documento rispetto al quinquennio precedente.
In primis, il Piano prevede l’aumento delle specie ittiche autoctone: accanto alla trota marmorata, ora anche il temolo e la savetta figurano tra le specie da proteggere in via prioritaria.
In secondo luogo, è stato sancito il mantenimento dei corpi idrici di intervento del piano precedente (Torrente Gesso), l’ampliamento di tratti tra cui il Fiume Stura di Demonte, il Torrente Maira, il Torrente Varaita, aggiunti tratti del Fiume Po e aree limitrofe (Lago Faule e Lago casalgrasso), del Fiume Tanaro e del Torrente Corsaglia, comprese le rispettive aree limitrofe. Questo permetterà una maggiore tutela delle specie (trota marmorata, savetta, temolo) e una maggiore efficacia delle azioni di contenimento nei bacini più colpiti dalla presenza del cormorano. Si passa dai circa 70 km del precedente piano ai circa 210 km del piano attuale.
Infine, è previsto il coinvolgimento di nuovi soggetti attuatori: oltre al personale del nucleo faunistico provinciale, il Piano prevede ora il coinvolgimento anche di cacciatori abilitati e guardie volontarie venatorie, che potranno operare previa frequenza di un corso formativo specifico.
Il Piano sarà attuato dal 15 settembre 2025 al 15 marzo 2026. In questa annualità sarà consentito l’abbattimento di 115 esemplari (10% del censito), su una popolazione stimata tra 1.115 e 1.600 cormorani presenti in Granda.
Si spera così di alleggerire la pressione predatoria su un patrimonio ittico già in sofferenza, considerato che ogni esemplare di cormorano può consumare oltre mezzo chilo di pesce al giorno, incidendo in modo significativo sugli ecosistemi acquatici.