Una misura occasionale e non un intervento di carattere strutturale.
Un importo insufficiente.
Un provvedimento discriminatorio, che favorisce solo gli ospiti in convenzione.
Sono queste le tre ragioni per le quali l’Associazione provinciale cuneese case di riposo pubbliche e private contesta lo stanziamento, annunciato nei giorni scorsi dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, di 18 milioni euro di Fondi sociali europei destinati alle strutture che ospitano pazienti in convenzione con il Sistema sanitario regionale. Le nuove risorse andrebbero a coprire i maggior costi dovuti agli adeguamenti contrattuali del personale e ad accrescere la qualità della cura,
“I 18 milioni di euro – spiega l’associazione in una nota stampa diffusa in queste ore – sono del tutto insufficienti per scongiurare un aumento delle rette, in quanto inciderebbero, secondo una stima, solo per l’1,5%, mentre gli aumenti dei costi contrattuali che devono sostenere le Rsa sono dell’ordine del 10%: per raggiungere l’obiettivo, all’importo annunciato bisognerebbe aggiungere una cifra più significativa”.
“In secondo luogo, – prosegue il comunicato – c’è la preoccupazione che i criteri di distribuzione dei fondi annunciati dalla Regione possano accentuare ulteriormente le disparità di trattamento già esistenti tra ospiti convenzionati e non convenzionati, favorendo solo i primi. Il contributo deve, invece, essere distribuito in modo proporzionale ed equo, includendo anche – e soprattutto – chi oggi non riceve alcun sostegno regionale”.
“Terzo punto – conclude il sodalizio – si tratta ancora una volta di una misura occasionale, come un bonus o un ristoro, mentre ciò di cui c’è davvero bisogno è un intervento strutturale. Non si tratta infatti di un’emergenza destinata a sparire l’anno prossimo, ma di una situazione stabile che richiede soluzioni durature e continuative. Infine, si teme che anche questa proposta della Regione venga disattesa, come già accaduto con il “Patto per la non autosufficienza”, su cui c’era una preoccupazione analoga perché i benefici andavano solo agli ospiti in regime di convenzione”.
L’associazione provinciale cuneese case di riposo, cui aderiscono 84 su 140 strutture esistenti in Granda, ricorda che “gli ospiti convenzionati rappresentano soltanto il 40% degli utenti delle Rsa, escludendo tutti coloro che hanno ottenuto una Certificazione di non autosufficienza (con valutazioni Uvg) e che attualmente pagano rette private di circa 3.000 euro o più”.
L’Associazione si dichiara, quindi, disponibile a partecipare ad un tavolo di confronto con la Regione per analizzare insieme la situazione della Rsa in provincia e dintorni.