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Domenica 25 maggio 2025

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Sulla tavola pittorica la relazione tra Cielo e Terra

Ermanno Barovero, docente emerito dell’Accademia Albertina di Torino è in mostra a Cuneo a Palazzo Samone

Cuneo

La Guida - Sulla tavola pittorica la relazione tra Cielo e Terra

Ermanno Barovero, docente emerito dell’Accademia Albertina di Torino è nato a Torino nel 1956. Inizia la sua carriera artistica a metà degli anni ’70 esponendo in numerose sedi pubbliche e private a livello nazionale ed internazionale. Le importanti esposizioni degli inizi sono a partire dal 1977 a Torino al Teatro Pellico con “ Informale come Maniera” a cura di Pino Mantovani e alla Galleria L’Approdo in “Art
sans frontière”. Nel 1978 viene premiato con il “ Giacomo Grosso e Felice Casorati” all’Accademia Albertina di Torino e con il “Virgilio d’Argento a Sabbioneta.
Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private ed è presente nel repertorio degli incisori italiani (edizioni Faenza) e in storia della pittura italiana del 900 (edizioni Electa).
Dopo avere operato nell’ambito dell’installazione e in quello della scultura tesa alla sperimentazione di nuove forme e nuovi materiali, ha indirizzato la sua ricerca in direzione di una pittura intensa, simbolica ed espressionista al tempo stesso, in grado di parlare del reale, senza appiattirsi sul dato della quotidianità e memore della grande tradizione di questa disciplina.
Infatti riporta Francesco Fanelli: “Figlio dell’ultimo naturalismo novecentesco, Barovero recupera, come i suoi padri, il Seicento rembrandtiano, dei pigmenti applicati a pasta alta, densa e magmatica,a generare impasti per “slittamento”, sulla tela verticale,dei pigmenti e degli oli; ripensa, da un lato, al ritmo di tocchi e sfregazzi di certe sete velazquene, ma anche alla lividezza delle carni di sante e martiri”.

Scrive Stani Chiane: “Ermanno dipinge con il colore del sangue. Con una scrittura inselvatichita che vorrebbe diventare carezza, come il barbaro che sogna di addomesticarsi. Sulle tracce di Caravaggio, di Soutine, ma anche, al contrario dei maestri fiamminghi, egli vuole trovare, attraverso le antiche leggi della Pittura, posate qui, la folgorazione estrema di un gesto, di un odore, d’un grido, di un’emozione offerta”
“Sulla tavola Barovero scandisce la relazione tra Cielo e Terra nell’attimo struggente in cui si suggella l’essenza del dolore” scrive Clizia Orlando.
Per Francesco De Bartolomeis “Non è visione aperta, anche se si spinge lontano: nell’esperienza ogni distacco o allontanamento è vissuto come immersione, così che protagonista è l’interiorità. Il cielo è tempestoso, lacerato, ha nuvole grevi, con luci che tendono ad esaurirsi. Si perde l’identità di un luogo che possa essere il nostro luogo… Certo, vitalità, prontezza, intuizione penetrante, ma in tutto il lavoro di Ermanno penetrano inquietudine, pensosità, senso di sbarramenti e di estinzione. Sono motivi di approfondimento, di reazione creativa, di netta esclusione di ogni compiacimento formale. Le difficoltà, le contraddizioni, le incertezze sono qualità che si fanno poesia. Poesia dolente nelle pittura e nella scrittura in versi… Tutta l’opera di Ermanno richiede grande attenzione, un lungo stare insieme, un muoversi fra forme, colori, variazioni di piani e di luci perché nell’empatia si superi la facile e falsa impressione di esuberanza e di ostentata sicurezza. E questo colpisce: si tratti di produzione tridimensionale o di pittura, nella vitalità tormentata c’è un costante bisogno di cose positive, belle, dolci. È quanto nota Stani Chaine: “Ermanno Barovero vuole ritrovare l’amore nella lacerazione e nella ferita che per lui, diverranno infine dolci e belle”.  Ma non definitivamente”.
Da quegli anni Settanta fino ad oggi ha partecipato ad eventi nazionali ed internazionali tra i quali: “Art Jonction International” a Nizza,1989; a Parigi è alla “Saga di Parigi” con Masoero Editore e a Macerata alla Civica Pinacoteca,1990; a Madrid al Jardin Botanico del Pabellón Villanueva ,1987; Fiera di Dusseldorf, “Art Multiple”, 1994.Al Lingotto di Torino è ad Artissima e a Cracovia alla galleria BWA alla “Triennale internazionale della Grafica”; 3ème Biennale d’Art Contemporain, Lyon Bac Off” e Arte Fiera di Bologna1997; Dusseldorf, “ Art Multiple “, a Londra “ Spring Fair,” Las Vegas Arte Fiera, New York “Artexpressions”, Francoforte “Arte Fiera”, Tokio Art Fir.

Opere in permanenza in Collezioni pubbliche: Museo all’aperto di Piscina, Museo di Rubiana; Galleria Civica d’arte Contemporanea F. Scroppo di Torre Pellice, 1986; Museo Civico di Bagnacavallo, 1993; Gam di Torino, Fondazione De Fornaris, 1995; Pera Museum di Istanbul, 2013; Museo Diocesano del Duomo di Torino, 2018; Museo del Parco de Buenos Aires, 2020; Collezione della Pinacoteca Albertina Di Torino, 2020; Fondazione G. Amendola, Torino; Casa Museo Mosconi, Albosaggia, Sondrio; Museo della Resistenza e della Deportazione di Torino, 2023..

Alcune opere di Ermanno Barovero sono visibili alla mostra  a Palazzo Samone di Cuneo “Contrappunto. Quattro visioni in dialogo” con Roberto Bricalli, Elio Garis e Ariel Soulé a cura di Marco Filippa. Fino all’8 giugno, sabato e domenica ore 15/18. La mostra è l’inizio della nuova rassegna biennale “Omg – grandArte 2025-2026 – I confini del sacro”.

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