Quel morso dato all’alunno che lo pressava contro la porta della classe fu un gesto di legittima difesa; con questa motivazione, il giudice del Tribunale di Cuneo ha assolto C. G., professore dell’istituto Arimondi Eula per quanto avvenuto a febbraio 2023, a Racconigi. Quel giorno nell’aula di una classe terza, il professore aveva problemi con il registro elettronico che non funzionava e chiamò l’assistenza del tecnico. Mentre questo era intento a risolvere il problema, nella classe si era creata un po’ di confusione e il professore faticava a riportare l’ordine; molti ragazzi erano in piedi, alcuni avevano ottenuto il permesso di andare in bagno ed erano usciti. Quando il tecnico finì di aggiustare il computer, anche l’alunno vittima del morso chiese di andare in bagno ma il professore gli negò il permesso e gli disse di restare seduto al banco. Lo studente si alzò lo stesso e si diresse verso la porta spingendo con il petto il professore che intanto si era interposto tra il giovane e la porta dell’aula. “Viste le mie condizioni di salute a causa di un pregresso trauma cranico, ho avuto paura di sbattere la testa, ho agito per liberarmi, una reazione quasi inconsapevole di autodifesa, non volevo fargli male né costringerlo con la violenza a tornare al suo posto”, aveva detto in aula il professore chiedendo scusa e mostrandosi dispiaciuto per quanto accaduto. La scena era intanto stata ripresa col cellulare da un altro alunno e il video era finito agli atti del processo. Entrambi i protagonisti vennero sanzionati dalla scuola per quanto accaduto; lo studente, che venne curato in pronto soccorso con una prognosi di sette giorni, venne sospeso per disobbedienza e il professore venne destituito dall’Ufficio scolastico provinciale e ora ha un incarico temporaneo in un altro istituto della provincia. Per l’accusa il gesto del professore aveva sicuramente travalicato il reato di abuso di mezzi di correzione anche se per un arco di tempo limitato, configurandosi come reato di lesioni per il quale però, in mancanza di querela da parte della famiglia, è stato chiesto il proscioglimento. Per il difensore avvocato Mauro Cristofori il video prodotto in aula aveva chiaramente mostrato l’istintività di quel gesto inconsulto compiuto da un uomo che a causa dei suoi pregressi problemi di salute aveva sinceramente temuto in quel momento concitato per la propria incolumità fisica: “Non era un gesto ispirato dall’animus corrigendi – aveva concluso l’avvocato -, il morso non è stato dato per costringere l’alunno a tornare al banco o impedirgli di uscire, ma in seguito a una colluttazione nata da un approccio aggressivo dell’alunno”. Una tesi accolta dal giudice che ha assolto l’insegnante per quel gesto motivato dalla legittima difesa.