Una persona su tre presa in carico dalla Caritas diocesana di Cuneo-Fossano è minorenne. Secondo quanto emerge dal Report per l’anno 2024 del braccio caritativo della Chiesa cuneese, presentato nella mattina di venerdì 23 maggio in sala Vinaj a Cuneo, le persone totali in carico alla Caritas diocesana sono 3337, di cui 1073 sono minorenni, in sostanza 1 su 3.
“Questo è solo il dato che riguarda la Caritas, ma mancano i dati di San Vincenzo e di altre organizzazioni che, come noi si occupano di povertà, di aiuto, di accoglienza – dice Enrico Manassero, direttore di Caritas diocesana -. Se teniamo conto del rischio forte di una cronicizzazione della povertà, ci troviamo di fronte a più di 1000 giovani a rischio di possibile povertà nel loro futuro, perché con pochi strumenti per affrontare il contesto lavorativo, senza qualifiche e senza una rete familiare di appoggio che possa sostenerli nel loro percorso di stabilizzazione”.
Negli ultimi quattro anni, la rete Caritas ha registrato un aumento del 55% delle persone accolte. Per un verso il dato è frutto di un miglioramento e un’attenzione maggiore nella raccolta dati, ma non si tratta solo di segnalare un incremento statistico, ogni numero è una persona con una storia di precarietà abitativa, di solitudine, di povertà.
E continua Manassero: “È il segno che crescono le povertà croniche, che il disagio sociale si sta allargando. E il profilo delle persone più fragili ci parla chiaramente: la fascia d’età più rappresentata tra le persone che si rivolgono a noi è quella tra i 25 e i 45 anni, ma ciò che colpisce è la crescita costante della fascia 18-25 anni: giovani italiani e stranieri che non riescono a trovare una collocazione stabile nella società, spesso migranti senza documenti stabili o con permessi precari, oppure giovani con poche competenze bloccati in un mercato del lavoro che non li tutela”.
Poi c’è il tema attuale del lavoro povero: “Molti lavoratori che si rivolgono a noi, sempre più spesso, non riescono a vivere dignitosamente: nel nostro report, vediamo che gli interventi per spese di affitto e utenze sono cresciuti del 24% in un solo anno. Molte delle persone che incontriamo sono lavoratori, ma poveri. E qui entriamo nel cuore di ciò che il nostro report denuncia: la povertà lavorativa”.
“Nel 2024 abbiamo erogato oltre 94.000 euro per sostenere spese abitative, con un aumento del 24% rispetto al 2023. Questo ci dice che lavorare oggi non basta più. Come ha ricordato anche Caritas Italiana, è urgente ripensare la dignità del lavoro, la sua stabilità, la sua funzione sociale”.
Nei servizi Caritas vengono incontrate persone in situazione di ulteriore precarietà che non pensano ancora alla cittadinanza, ma sono in attesa del riconoscimento del permesso di soggiorno temporaneo e dei diritti minimi di accoglienza. Nel 2024, l’80% degli utenti delle mense Caritas è passato solo per pochi giorni, segno di precarietà estrema e transitorietà. “Sono spesso persone migranti, senza radici né diritti, bloccate in un sistema che permette loro solo di sopravvivere. Nel 2024 abbiamo avuto 166 persone (per la gran parte stranieri) di età dai 18 ai 25 anni, sole, pari all’8% del totale degli accessi ai nostri servizi, che hanno usufruito in particolare dei servizi di mensa e dormitorio. Nel 2023 erano 118, pari al 6% del totale. Un dato in notevole crescita”.
Queste sono solo alcune fotografie scattate dall’Osservatorio Povertà e Risorse nel 2024 da Caritas Cuneo-Fossano. Come dice Manassero, la presentazione del report è “un momento cruciale per condividere insieme lo spaccato che emerge dai nostri dati in merito alle povertà e alle prospettive del nostro territorio. Come sempre si ragionerà insieme rispetto alle azioni già messe in campo, ai possibili nuovi interventi ed alle prospettive di collaborazione per il futuro”.