Alla Provincia di Cuneo quasi 7 milioni in meno dallo Stato per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali. E’ quanto emerge dai calcoli diffusi dall’Unione Province Italiane (vedi tabella sotto ndr) in seguito ai tagli lineari imposti dalla Legge di Bilancio e confermati dal Decreto Milleproroghe.
A livello nazionale si parlava di un taglio complessivo di 1,7 miliardi di euro fino al 2036 di fondi già assegnati riguardanti la manutenzione delle strade, segnaletica, ponti e così via.
Il Piemonte è tra le regioni più colpite: tra il 2025 e il 2028 subirà tagli per oltre 54,6 milioni di euro, pari al 48% delle risorse inizialmente previste. Ancora più grave la situazione nel solo biennio 2025–2026, dove la riduzione raggiunge il 70%, con 31,8 milioni di euro sottratti su un totale previsto di 45,5 milioni. I tagli, di natura lineare, interessano tutte le Province piemontesi: • Torino: -10,5 milioni nel biennio 2025-2026, -18,1 milioni sul quadriennio 2025-2028; • Cuneo: -6,9 milioni (2025-2026), -11,8 milioni (2025-2028); • Alessandria: -4 milioni (2025-2026) e -6,8 milioni (2025-2028); • Novara, Asti, Biella, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola: tra -1,7 e -2,4 milioni nel biennio 2025-2026, tra -2,9 e -4,1 milioni nel quadriennio 2025-2028.
“Dove sono finiti il presidente Cirio e il presidente Robaldo?”
“Lo aveva denunciato mesi fa Mauro Calderoni che il Governo stava preparando un taglio gravissimo ai fondi per la manutenzione delle strade provinciali, e ora arriva la conferma: 1,7 miliardi di euro in meno nel biennio 2025-2026 – scrive il Pd della Provincia di Cuneo in una nota ufficiale -. Questi tagli, imposti dalla Legge di Bilancio e dal decreto Milleproroghe, mettono a rischio la sicurezza di chi ogni giorno si muove sul nostro territorio. Dalle tabelle diffuse dall’Unione Province Italiane, per il Piemonte il taglio supera i 31 milioni di euro. Solo alla provincia di Cuneo, dove ci sono più di 3mila chilometri di strade, vengono sottratti 6,9 milioni di euro. Si tratta di risorse già assegnate, in parte già cantierate: è uno schiaffo al territorio, alle amministrazioni locali e soprattutto ai cittadini. Tagli che stanno già determinando il blocco di interventi urgenti, la sospensione di cantieri, la revisione al ribasso di progetti fondamentali. Un’intera rete stradale lasciata andare in malora mentre il Governo destina fondi a grandi opere simboliche, ignorando le vere priorità delle comunità locali. Chi vive nei piccoli comuni o deve percorrere ogni giorno strade provinciali per lavorare, studiare o curarsi, conosce bene cosa significhi imbattersi in una buca o in un ponte chiuso. La manutenzione non è un lusso, ma un diritto. Ed è inaccettabile che le Province continuino a essere usate come bancomat dallo Stato centrale. Chiediamo la revoca immediata dei tagli su scala nazionale e l’apertura urgente di un confronto serio con le autonomie locali e si domanda dove siano finiti il presidente Cirio e il presidente Robaldo. Continueranno a tacere di fronte a un’emergenza che colpisce direttamente i territori che rappresentano?”.
“Serve subito un confronto con il Governo”
“Chiediamo con forza che vengano almeno ripristinate almeno le risorse già assegnate per il biennio 2025-206, pari a 385 milioni di euro a livello nazionale e che venga garantita agli enti territoriali la possibilità concreta di attuare gli interventi previsti, senza ulteriori incertezze o penalizzazioni” chiedono Upi Piemonte, Ance Piemonte e Confindustria Piemonte in un comunicato congiunto.
“Il danno è evidente e concreto: le Province vengono messe nell’impossibilità di proseguire con le attività di messa in sicurezza della viabilità – dichiara Alessandro Lana, presidente di UPI Piemonte -. È urgente aprire un tavolo di crisi con il Ministero delle Infrastrutture, affinché vengano ripristinate le risorse e garantita continuità alla programmazione degli interventi. Sull’annualità 2025 la criticità è ancora maggiore in quanto alcune Province hanno già appaltato i lavori finanziati con le risorse tagliate, come UPI Piemonte se non si interverrà urgentemente almeno su questa annualità valuteremo azioni anche di natura legale”.
Si tratta di tagli che mettono a rischio interventi progammati e finanziate con i fondi Pnrr. “Si tratta di una scelta che mette a rischio la sicurezza delle nostre strade e blocca interventi strategici programmati e per quali è stata fatta la progettazione, quindi pronti da cantierare – Paola Malabaila, presidente di ANCE Piemonte Valle d’Aosta -. Colpire gli enti locali su un tema tanto delicato significa fermare la modernizzazione delle infrastrutture e disattendere la fiducia costruita con i fondi del Pnrr. Non è possibile arretrare proprio mentre il Paese è chiamato a completare la transizione infrastrutturale avviata con il Pnrr. Serve una visione stabile e responsabile, che restituisca certezze a territori e imprese”.
Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte, sottolinea: “Esprimiamo forte preoccupazione per i tagli alla manutenzione della rete stradale provinciale,
che rischiano di aggravare le difficoltà già vissute in Piemonte con il blocco del Colle di Tenda e le criticità del Traforo del Monte Bianco. La rete viaria secondaria, senza interventi costanti e strutturati, potrebbe diventare sempre meno percorribile. Questo comprometterebbe la logistica regionale, le filiere produttive e la competitività delle imprese. Anche i territori più periferici ne uscirebbero penalizzati, con un crescente rischio di isolamento. È fondamentale che Governo e Parlamento rivedano al più presto le misure della Legge di Bilancio. Al Piemonte servono risorse, certezze e una visione strategica per garantire crescita, coesione e sviluppo”.
Mauro Piras, coordinatore opere pubbliche di Ance Piemonte, sottolinea: “Il taglio delle risorse impone un ridimensionamento immediato della capacità operativa degli enti locali. I fondi già assegnati per interventi pianificati, progettati o in fase di avvio vengono improvvisamente ridotti o cancellati, con gravi ripercussioni sull’intero sistema infrastrutturale regionale. A questa situazione si aggiunge l’assenza di un adeguato sostegno sul fronte occupazionale, in un momento già segnato dalla contrazione del mercato dovuta alla progressiva chiusura delle misure straordinarie del Pnrr e dei bonus edilizi. Il rischio è quello di un effetto domino che colpisce imprese, lavoratori e territori”.
“Il trasferimento dei fondi dagli enti locali al Ponte di Messina è una fake news”