Era stato trasferito al carcere di Cuneo dopo aver tentato la fuga dalla casa circondariale di La Spezia con una corda di asciugamani e lenzuola che però si era rotta impedendogli di portare a termine il suo piano. A Cuneo era arrivato a luglio 2022 con la speciale segnalazione di detenuto in pericolo di fuga, eppure il 9 agosto Daniele Bedini, 32enne di Carrara, in carcere per rapina e in attesa di giudizio per due omicidi commessi a Sarzana, aveva di nuovo tentato la fuga e ci era quasi riuscito, se non fosse stato scovato sul treno in partenza da Cuneo e nuovamente arrestato. Per quella fuga è finito a giudizio G. S., uno degli agenti di custodia della casa circondariale, accusato di omessa custodia del detenuto, ma furono varie le circostanze che consentirono al detenuto la fuga, non ultima la sua “agilità quasi circense”, ha riferito in aula l’ispettrice della del nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria. Bedini sarebbe dovuto entrare per ultimo nel cortile del passeggio accompagnato dall’agente, e invece ci arrivò per primo insieme a un compagno che provò a fuggire con lui. Questo fu possibile perché l’agente finito a giudizio sapeva dello speciale controllo cui era sottoposto Bedini ma affermò anche di non saperlo riconoscere. L’agente imputato era inoltre l’unico in quel settore perché degli otto agenti predisposti al controllo dei detenuti ce ne erano solo quattro in servizio. Arrivato per primo al passeggio e approfittando del fatto che l’agente era distratto dal passaggio degli altri detenuti, si diresse verso il campetto e da qui sul camminamento. In fondo c’era una porta che avrebbe dovuto restare chiusa e invece era aperta e attraverso questa i due raggiunsero il cortile del giudiziario. Con un gesto atletico che non riuscì al suo compagno di fuga, Bedini si arrampicò sul tetto della palestra e da qui, saltando giù e ferendosi col filo spinato, arrivò allo spazio della serra e grazie ai condizionatori esterni da qui si arrampicò sull’edificio della direzione arrivando fino al muro di cinta, dove fu visto da un agente. Dell’arresto di Bedini ha invece riferito il maresciallo maggiore Francesco Riccobene, della sezione operativa di Carabinieri di Cuneo, che appena ricevuta la segnalazione di evasione ebbe l’intuizione di controllare i treni, con militari in borghese: “Era già successo in passato che questi accertamenti avessero buon esito. Chiedemmo alla capotreno di ritardare la partenza, sul soggetto però c’erano indicazioni vaghe, addirittura si parlava di un uomo di colore con una maglietta verde”. L’attenzione dei militari però si posò su un ragazzo italiano che sembrava dormire in uno dei vagoni di coda. Indossava pantaloncini neri, scarpe da ginnastica, una maglietta nera tagliuzzata in più punti sulla schiena e nessun borsello o altro effetto personale: “Disse che veniva da Sestri Levante, località che conosco molto bene, e nominò una via che non avevo mai sentito”. La Polizia penitenziaria chiamata in supporto confermò l’identità dell’uomo, che cercò di opporre resistenza ai Carabinieri che lo arrestarono. L’udienza proseguirà il 13 ottobre per la conclusione dell’istruttoria.