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Sabato 17 maggio 2025

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Amore per Dio e per l’uomo

Il senso della vita cristiana, l'invito ad un amore reciproco che resta un punto fermo anche quando si sperimentano tutti i tradimenti che lo smentiscono

Cuneo

La Guida - Amore per Dio e per l’uomo

At 14,21b-27; Sal 144; Ap 21,1-5a; Gv 13,31-33a.34-35

Il senso della vita cristiana, il compito che i suoi testimoni devono alla storia, potrebbe essere sintetizzato, e scelto dai più, con questa parola: «vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi». Testo che Giovanni fa sbocciare nel lungo discorso di Gesù che precede la passione, un istante dopo che uno degli amici è uscito per consumare il suo inganno. L’invito ad un amore reciproco chiede di restare un punto fermo anche quando si sperimentano, nella vita, tutti i tradimenti che lo smentiscono.

«Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi». Questo è il comandamento che secondo Gesù riassume tutto: il senso della Legge, la dignità dell’umano, la volontà di Dio.

Una sintesi alta, quella evangelica, che va oltre anche al punto di massima esigenza raggiunto dalla tradizione biblica e giudaica col suo duplice comandamento dell’amore: «Amerai il Signore con tutto te stesso» e «Amerai il prossimo come fossi tu». Un comando duplice, questo, e asimmetrico. Perché mentre l’amore comandato per Dio è sempre assoluto e incondizionato, quello per il prossimo mantiene qualcosa di relativo, evidenziando inevitabili imbarazzi quando la cura richiesta all’integrità dell’uomo va in conflitto con la devozione dovuta alla gloria del divino: per esempio, metti che in giorno di sabato ci si trovi di fronte al bisogno urgente del fratello… (e quante polemiche il Figlio ha dovuto sostenere in casi come questi).

Esiste anche un modo di intendere la religione che in nome dell’onore riservato a Dio non di rado mortifica mille volte anche il più umile desiderio, la più giusta esigenza della condizione umana.

La novità sconcertante del comandamento nuovo di Gesù sta nel termine di riferimento: il modello a cui guardare è la sua umanità, dove sono impegnati ugualmente Dio e l’uomo, non uno più dell’altro: «come io ho amato voi». L’umanità del Cristo è il solo criterio di riferimento che risplende per sempre. Un’umanità, la sua, spesa verso tutti senza pensieri e calcoli di reciprocità, senza rancori per l’ostilità ricevuta, senza ripicche per il rifiuto. Una lezione di umanità, quella del Figlio, che rivela nello stesso tempo il volto del divino. Un impegnarsi totalmente per l’altro rispettando la libertà dell’altro.

Rimanere saldi in questo principio evangelico, l’imparare dagli affetti divini il come di ogni amore terreno, resta il coraggio più alto su cui la condizione umana possa scommettere. Anche mentre i giuda sono già usciti e sono sul punto di tradirci.

«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli»: dal vostro rifiuto di abbandonare l’amore quando l’amore sembra impossibile da trovare.

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