Sono state censite oltre 400 specie di animali sul territorio del Parco Fluviale Gesso e Stura (nella foto la Casa del Fiume), di queste circa un quarto sono considerate d’interesse comunitario, la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione o una protezione rigorosa.
Le specie vegetali censite sono 850, tra queste alcune rare orchidee selvatiche. Il Parco fluviale ha ottenuto nel maggio 2024 la concessione demaniale da parte della Regione Piemonte di un’ampia area di fioritura di queste orchidee rare, al fine di implementare le misure di protezione, censimento e monitoraggio. Per quanto riguarda gli animali si contano circa 214 specie di uccelli, 25 di mammiferi, 9 di anfibi, 9 di rettili, 7 di pesci, 54 di lepidotteri diurni, 41 di libellule e un numero considerevole di altri insetti e invertebrati.
Questo patrimonio rappresenta un valore indubbio per l’educazione ambientale, oltre che una fonte inesauribile di scoperte e sorprese per chi ama la natura.
Con un po’ di fortuna, ci si può per esempio imbattere in un picchio verde al lavoro, nella rarissima farfalla Maculinea arion o in un vivace scoiattolo rosso, così come è possibile assistere al volo di maestosi bianconi e solitari tarabusi o, ancora, dei variopinti martin pescatore e gruccione.
Nel Parco fluviale Gesso e Stura sono inoltre presenti tre aree della Rete Natura 2000, quella delle zone umide di Fossano e Sant’Albano Stura, quella del Greto e le risorgive del Torrente Stura e quella dello Stura di Demonte.
Rete Natura 2000
La “Rete Natura 2000” è il principale strumento dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Questa rete ecologica, diffusa in tutto il territorio comunitario, è stata istituita per garantire la tutela a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciate o rare. In Piemonte si estende per oltre 400 mila ettari, coprendo il 15,91% del territorio regionale.
Le aree che compongono la Rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette in cui le attività umane sono escluse. Al contrario, la Direttiva Habitat mira a conciliare la protezione della natura con le esigenze economiche, sociali e culturali, nonché con le specificità regionali e locali. I soggetti privati possono essere proprietari dei siti Natura 2000, garantendone una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico.
La direttiva riconosce il valore delle aree in cui la presenza dell’uomo e delle sue attività ha contribuito a mantenere un equilibrio tra uomo e natura. Ad esempio, molte specie animali e vegetali oggi rare e minacciate dipendono dalle aree agricole tradizionali, dove pratiche come il pascolo o l’agricoltura non intensiva sono essenziali per la loro sopravvivenza. La Direttiva sottolinea l’importanza di conservare non solo gli habitat naturali, ma anche quelli seminaturali, come le aree agricole tradizionali, i boschi gestiti, pascoli e altri ambienti.
La Rete Natura 2000 rappresenta quindi un approccio innovativo alla conservazione, che integra la tutela della biodiversità con lo sviluppo sostenibile e il rispetto delle tradizioni locali.