Lo aveva trovato a orinare vicino al portone del palazzo dove abitava e si era permesso di rimproverarlo; per tutta risposta Hayari Khalid, cittadino marocchino, lo aveva aggredito a calci e pugni inducendo l’uomo a rifugiarsi nell’androne del palazzo. Non soddisfatto, l’imputato di lesioni e minacce aveva raccolto delle pietre da terra distruggendo la vetrata del portone, aggiungendo alle altre due denunce anche quella di danneggiamento per la quale si è costituito in giudizio l’amministratore del condominio. In aula avevano deposto i Carabinieri che avevano raccolto la denuncia dell’uomo aggredito, il quale che aveva riferito lo svolgimento del fatto, accaduto ad agosto 2021 a Mondovì; aveva detto di essere stato aggredito dopo aver rimproverato l’uomo che stava facendo i propri bisogni proprio accanto al portone di casa sua. La moglie era scesa sentendo le urla del marito e aveva assistito alla minaccia di morte pronunciata dall’imputato mentre si allontanava. I Carabinieri avevano raccolto la denuncia della coppia e avevano poi trovato Hayari nei giardinetti vicini alla stazione, poco lontano dall’abitazione della parte offesa. L’uomo lamentava di essere stato lui quello aggredito e preso a calci, mostrando al militare i segni della colluttazione sul volto ferito. All’esito dell’istruttoria il pubblico ministero aveva chiesto la condanna dell’imputato a un anno e sei mesi di reclusione, richiesta cui si era associata la parte civile che aveva chiesto anche il risarcimento di 300 euro per la riparazione del portone e che è stata accolta dalla giudice che oltre al risarcimento del danno ha condannato l’imputato di lesioni e minacce alla pena di nove mesi di reclusione.
