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Giovedì 8 maggio 2025

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“Medici e infermieri in fuga”

Il Partito Democratico denuncia: "In Piemonte sanità sempre più precaria: nel 2024 il saldo per i contratti stabili è ancora negativo". La Regione: "Il centrosinistra non sa contare"

Torino

La Guida - “Medici e infermieri in fuga”

“Il dato è allarmante, nel 2024 il Piemonte ha perso 198 medici: a fronte delle 909 cessazioni sono state solo 711 le assunzioni di medici con contratti a tempo indeterminato” lo denuncia il Partito Democratico nel corso della conferenza stampa dedicata alle assunzioni nelle Asl e negli ospedali nel 2024.
I numeri del 2024 forniti dalle aziende confermano un trend negativo costante da quando la nostra regione è guidata dal centrodestra e dal presidente Cirio: -12 nel 2019, -124 nel 2020, -304 nel 2021, -218 nel 2022, -114 nel 2023 e -198 nel 2024, per un totale di 970 medici in meno in sei anni di governo Cirio, dal 2014 al 2018 con la giunta Chiamparino il saldo era stato di -6 medici e con 228 professionisti assunti a partire dal 2016.
“Il calo strutturale delle assunzioni di medici a tempo indeterminato nel corso degli ultimi 6 anni ci spiega l’esplosione dei gettonisti e degli straordinari inumani richiesti ai sanitari. E’ ovvio che in un sistema dominato dalla precarietà la qualità delle prestazioni cali, le liste d’attesa aumentino e il personale smetta di investire sul proprio lavoro nel lungo periodo. La conseguenza è la fuga dei medici dal sistema pubblico, il 58% delle cessazioni del 2024 sono dovute a dimissioni volontarie, e l’inizio di un circolo vizioso che si auto-alimenta” afferma il vicepresidente della commissione sanità del Consiglio Regionale del Piemonte, Daniele Valle.
Sembrerebbe migliore la situazione guardando agli infermieri, invece, purtroppo è solo un gioco di specchi. Le 96 assunzioni di infermieri del 2024  sono nulla di fronte allo sprofondo rosso delle cessazioni accumulate tra 2021 e 2023 (-1.156): da quando governa Cirio il saldo è di -647, con il centrosinistra dal 2014 al 2018 nel pieno del piano di rientro il dato fu +334.
“Insomma siamo ben lontani dalle duemila assunzioni in più promesse sul 2023, a cui si devono sommare le altre mille promesse nel 2022. I report forniti dalle Asl e dalle Aso certificano che le promesse di Cirio non sono state mantenute e ci chiediamo come in un contesto come questo si possa anche solo immaginare di ridurre le liste di attesa e razionalizzare i servizi” rilancia il segretario regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi. “Il vero e proprio allarme – precisa – è quello delle cause delle cessazioni. Non sono i pensionamenti a provocare l’emorragia: oltre il 50% dei medici (58%) e  infermieri (51%) si dimettono, mentre la quota degli Oss è al 35%. Stiamo assistendo ad una fuga dal servizio pubblico verso quello privato che evidentemente offre migliori compensi e condizioni di lavoro”. Situazione che andrà a peggiorare nei prossimi anni spiega Rossi “perché a fronte di migliaia di pensionamenti non ci sono abbastanza studenti che scelgono la professione infermieristica come evidenzia anche il report dell’Università Bocconi propedeutico alla stesura del nuovo piano socio-sanitario. Per questo motivo occorrono azioni straordinarie a partire da un patto con le Università per comprendere cosa serve per renderle davvero attrattive e aprire lo sguardo verso l’estero ma non in modo episodico, bensì con progetti strutturati che rendano appetibili i nostri percorsi formativi sia per le professioni infermieristiche sia per quelle specialità mediche che, al momento, registrano forti cali di iscrizioni”.
L’analisi degli accessi agli atti rilevano rilevano, inoltre, situazioni di sofferenza in alcune Asl e Aso. Al Maggiore di Novara nel 2024 vengono a mancare 40 medici, 26 infermieri all’Asl di Alessandria e 50 OSS all’Asl città di Torino mentre l’AOU Città della salute perde 21 tecnici. Nel caso di Alessandria e Asl città di Torino, almeno, arriva una sorta di compensazione: +91 OSS per i primi e +126 infermieri per i secondi.
“Questi dati non sono avulsi dalla discussione che stiamo facendo sul piano socio-sanitario, ma dimostrano come ben sappiamo tutti che il tema del personale è prioritario, e deve essere correlato al tema risorse proprio per rendere credibile la programmazione che altrimenti nascerebbe già coi piedi d’argilla. Ma anche se il tema è centrale, l’approccio della giunta alla costruzione del piano non offre alcuna garanzia di risposta. Anzi. Di fronte a questi dati occorre riconoscere l’emergenza e avviare un piano di assunzioni, mentre l’assessore e il Presidente tendono a negare, minimizzare o persino a ‘rimuovere’ il problema della funzionalità del sistema” conclude la capogruppo del PD in consiglio Regionale, Gianna Pentenero annunciando che “il gruppo del Partito Democratico sta preparando un atto di indirizzo per impegnare la giunta sulla valorizzazione delle professionalità, l’attivazione di incentivi e politiche aziendali che aumentino il benessere di lavoratrici e lavoratori”.

Immediata la reazione della Regione. “Adesso capiamo perché la sinistra ci ha lasciato tanti debiti: evidentemente non sanno contare e i numeri diffusi oggi lo dimostrano ancora una volta. Come è noto, questa amministrazione si è dotata di uno strumento scientifico di analisi dei dati: l’Osservatorio del personale sanitario nato nel giugno 2023, composto da Regione, sindacati, sia del comparto, sia della dirigenza, aziende sanitarie e ospedaliere, atenei – hanno dichiarato il presidente Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi -. E’ un organismo paritetico che si riunisce periodicamente e che certifica, sulla base dei dati scientifici delle piattaforme di monitoraggio, i dati delle assunzioni. Al 31 dicembre 2024, l’Osservatorio ha certificato che nella sanità piemontese lavorano 57.939 persone, ovvero 1.455 in più rispetto a giugno 2023 (quando erano 56.484). Facciamo notare che nel 2018, quando governava il centrosinistra – secondo i dati del Conto annuale Mef e Opessan, ovvero la banca dati regionale – lavoravano nella sanità piemontese 54.381 persone, ovvero 3.558 in meno rispetto a fine 2024. L’aggiornamento trimestrale al 31 marzo – che sarà oggetto della prossima riunione dell’Osservatorio – certifica poi che questo numero è ancora cresciuto. In particolare nella sanità piemontese al 31 marzo lavorano 58.086 persone, 147 in più rispetto a dicembre. In sintesi, rispetto a giugno 2023, nella sanità piemontese lavorano 1602 persone in più. Si tratta di assunzioni al netto del turno over, ovvero persone aggiuntive rispetto a quelle che sono state assunte per coprire i posti di chi è andato in pensione. In particolare, tra quei 1.602 in più, ci sono 304 medici e 798 tra Oss e infermieri. Oltre a un grave difetto aritmetico, il Pd dimostra anche una conoscenza carente degli strumenti giuridici. L’aumento dei medici assunti a contratto determinato che il Pd segnala è infatti la prova che si sono fatte nuove assunzioni, visto che le assunzioni a tempo determinato per i medici, regolate dal Decreto Calabria, sono l’unico strumento previsto dalla normativa per reclutare i medici in formazione specialistica, ovvero l’unico bacino di personale oggi disponibile considerata la strutturale carenza di professionisti in questo ambito. Il passaggio al tempo indeterminato è automatico al momento del conseguimento della specializzazione. In questo contesto, seppur complesso, l’Osservatorio ha lavorato con il condiviso obiettivo di aumentare il personale della sanità piemontese e i numeri confermano che questo lavoro è sulla buona strada: sarebbe pertanto auspicabile che dalle forze politiche arrivassero più contributi concreti e meno polemiche strumentali”.

 

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